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Foce del Mesima nel Reggino, il futuro è la riserva

La proposta di istituire un’area protetta passa in commissione, manca l‘ok del Consiglio regionale. Primo obiettivo la lotta all’inquinamento. Coinvolti i comuni di Rosarno, San Ferdinando e Nicotera. Per la gestione è candidato il Wwf

Conservazione e promozione territoriale: il principio vale ovunque, a maggior ragione alla foce del Mesima, area storicamente ad altissimo rischio. E proprio in questa doppia direzione si muove la proposta di legge votata favorevolmente dalla quarta commissione (Assetto e utilizzazione del territorio e Protezione dell’ambiente) del Consiglio regionale: sarà istituito, in caso di via libera definitivo dell’assemblea di Palazzo Campanella, un organismo tra Rosarno e San Ferdinando nel Reggino e Nicotera nel Vibonese incaricato del «recupero, sostegno, valorizzazione e promozione di un territorio di particolare rilevanza naturalistica, soprattutto dal punto di vista della biodiversità».
Si parte da zero La relazione descrittiva del provvedimento, proposto dal consigliere Ferdinando Laghi, indicato anche come relatore in aula, è chiarissima: «Gli obiettivi che si intendono perseguire con l’istituzione della riserva hanno una portata che va al di là delle esigenze di tipo meramente conservazionistico. Non si tratta semplicemente di sostenere e conservare un habitat e le diverse specie animali e vegetali che ivi albergano (in modo stanziale o durante la migrazione) e che rientrano tra quelle maggiormente tutelate dalla normativa europea e nazionale, ma si tratta di contribuire, attraverso la salvaguardia dell’ambiente fluviale, al recupero urbanistico, sociale, culturale e paesaggistico dell’intera area, compresa tra i comuni di Nicotera e San Ferdinando – Rosarno. Un’area penalizzata da enormi e svariati problemi legati alla pervasiva presenza della criminalità organizzata, alla disoccupazione, allo sfruttamento della manodopera immigrata, all’abusivismo edilizio, all’inquinamento dei terreni e dei corsi d’acqua».

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