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L’inchiesta “Revolvo” a Reggio: i Gironda e gli appalti del Comune

L'indagine ha riportato a galla l’opaco rapporto tra imprese e funzionari di Palazzo San Giorgio

«I fratelli Francesco, Filippo e Giovanni Gironda fanno stabilmente parte della struttura organizzativa dell'associazione di tipo mafioso ed armata denominata ’ndrangheta, per il tramite delle sue articolazioni territoriali denominate cosche Serraino e Rosmini, localmente insediate nei quartieri di San Sperato e Modena di Reggio Calabria», così si legge nell’ordinanza di custodia cautelare con il gip Angela Mennella ha ordinato il loro arresto. I tre noti imprenditori sono finiti ai domiciliari in attesa di potere chiarire la propria posizione nell’ambito dell’inchiesta “Revolvo”. I magistrati antimafia della Dda di Reggio li hanno accusati di avere commesso reati pesanti, che hanno condizionato anche il corretto svolgersi degli appalti comunali in combutta con alcuni funzionari di Palazzo San Giorgio.
«Francesco Gironda – annota il giudice delle indagini preliminari – nello svolgere il compito di dirigente e organizzatore della specifica articolazione imprenditoriale della ’ndrangheta creata allo scopo di consumare, con mezzi fraudolenti e collusioni con funzionari pubblici operanti nello specifico settore appalti pubblici del Comune, più condotte delittuose di turbata libertà degli incanti a favore delle altre imprese legate appartenenti al Gruppo Imprenditoriale Gironda, nonché a favore delle imprese satelliti o di ulteriori imprese estranee al citato gruppo, ma alle predette collegate. Nel consumare, al fine di perseguire gli scopi dell'organizzazione criminosa di appartenenza, plurime condotte delittuose di corruzione, in concorso necessario con funzionari pubblici operanti nello specifico settore dei lavori pubblici del Comune, dirette a turbare la partecipazione e\o l’aggiudicazione di procedure di appalto indette dal Comune».

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