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Reggio, in carcere va in scena con lo sguardo all’Olocausto

Il direttore Carrà evidenzia come si stia lavorando molto per costruire «un nuovo modello di istituzione penitenziaria»

Quando il valore della memoria diventa seme costruttivo sul territorio e ci aiuta a non dimenticare realtà difficili come quelle carcerarie,​ lasciando una scia di sensibilizzazione e di riflessione che vada ben oltre una data e una ricorrenza. Con questo spirito, l’Istituto penitenziario di​ via San Pietro apre le porte alla città realizzando, in occasione della giornata di commemorazione per le vittime dell’Olocausto, una bella occasione di dialogo alimentata da una ventata giovanile,​ con protagonisti gli studenti del Liceo Artistico della nostra città, insieme a rappresentanti della società e delle Istituzioni.
«Quest’iniziativa di carattere culturale e artistico vuole adeguatamente rappresentare la memoria dell’Olocausto:​ un momento di importante contatto e confronto per la popolazione detenuta con esponenti della comunità esterna e si colloca nella programmazione e implementazione delle attività trattamentali dell’istituto penitenziario volte all'attuazione della finalità rieducativa della pena», spiega il direttore​ ​dell’Istituto penitenziario “G. Panzera”, Giuseppe Carrà.​ Un evento unico per la Calabria, che per la prima volta vede salire sullo stesso palco detenuti di media e alta sicurezza e del reparto femminile, con tanto di cura dei particolari: il palco​ allestito con una scenografia adeguata e​ la sala, preparata in collaborazione con i detenuti-studenti del Liceo artistico del plesso detentivo di Arghillà, pronta ad accogliere il ricco contenitore: letture di poesie ed elaborati letterari lasciati alla libera interpretazione dei detenuti di alta e media sicurezza, intervallati da una serie di canzoni a tema eseguite da un soprano;​ momenti di testimonianza storica, aperti al dibattito con i detenuti e i numerosi ospiti condotti dal sacerdote Pasquale Triulcio, docente di storia della Chiesa all'Istituto di Scienze religiose e all’Istituto teologico reggino.

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