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Porto di Gioia Tauro, fioccano solidarietà e adesioni

Cgil, Cisl e Uil alla giornata nazionale di astensione per la vittima di un incidente sul lavoro. Lo sciopero proclamato dall’Orsa per il 20 febbraio dopo il licenziamento del sindacalista Domenico Macrì

Il porto di Gioia Tauro

Continuano ad arrivare numerosi gli attestati di solidarietà e le adesioni alla manifestazione di protesta organizzata dal sindacato Orsa per il 20 febbraio all’ingresso del porto di Gioia Tauro, con il concomitante sciopero di 24 ore dei dipendenti del terminalista Mct, a seguito del licenziamento di Mimmo Macrì, segretario nazionale del comparto porti da parte della stessa azienda per motivi disciplinari. Un provvedimento che in tanti hanno ricondotto alle attività sindacali dello stesso Macrì, da sempre al fianco dei lavoratori.
«Tale linea di condotta ci indigna ma non ci sorprende – scrivono i lavoratori portuali SI COBAS dei porti di Napoli e Salerno – il sistema adottato da Mct per licenziare Macrì è la fotocopia dei licenziamenti “disciplinari” comminati a pioggia contro i nostri iscritti». Massima vicinanza è stata espressa anche dal CSOA “Angelina Cartella” e dai COBAS di Reggio Calabria: «Oggi come ieri – evidenziano – siamo ancora al suo fianco e a quello di tutti i lavoratori. Non sarà colpendo le avanguardie che si fermerà la lotta».
Al fianco di Macrì e della libertà dei lavoratori si schiera anche “demA Calabria-Unione Popolare” del sindaco di Cinquefrondi, Michele Conia: «L’attacco al mondo del lavoro e alla sua rappresentanza – rimarcano i vertici “demA” – continua imperterrito, rivelando la volontà di sgretolare i diritti già ridotti all’osso da anni di neoliberismo incontrastato, con l’acquiescenza o, nel migliore dei casi, l’indifferenza, dei governi che continuano a succedersi».

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