Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Le vacanze estive in Costa Viola delle giovani leve “Destefaniane”

Il collaboratore di giustizia Carmelo Cimarosa nel processo “Epicentro”. «Ero amico con Alfonso e Giuseppe, i figli di Gino Molinetti. Nelle discoteche ci siamo conosciuti, una decina di anni fa

Le attività criminali della cosca “Nasone-Gaietti”, i potenti di Scilla di cui faceva parte, e le frequentazioni estive con i rampolli delle ’ndrine di Archi. Questi i due temi affrontati dal collaboratore di giustizia, Carmelo Cimarosa, nel processo “Epicentro” che si celebrando davanti al Tribunale collegiale. Temi d'accusa affrontati dal collaboratore rispondendo alle domande del Pubblico ministero, Nicola De Caria (come emerge dal verbale di udienza dello scorso 3 febbraio).
Subito il quadro del suo ruolo «da intraneo» dei clan di Scilla. Pm De Caria: «Di cosa si occupava la cosca? Cos’è che faceva sul territorio? Quali erano le attività criminali che svolgeva?». Cimarosa: «Dalla droga alle estorsioni, di tutto praticamente. Comandava il Comune di Scilla, comandava al sindaco, al vicesindaco, gli assessori. Tutto». Pm De Caria: «Per quanto riguarda le estorsioni, nei confronti di chi? Che categoria di soggetti erano vittime?». Cimarosa: «Allora, praticamente tutte le attività commerciali di Scilla, proprio tutte, dai ristoranti a quelli con le Api che portarono in giro le persone, dai chioschi. Anche ai commercianti ambulanti, tutto praticamente. Tutti erano vittima di estorsione. Anche le barche che andavano a pesca».
Pm De Caria: «Lei è stato affiliato formalmente alla cosca? Nel senso c’è stato un battesimo? Diciamo un rituale? Come è avvenuto il suo ingresso». Cimarosa: «Non ho avuto un rituale, perché i miei dicevano che non c’è bisogno, praticamente avevo tutte le strade libere. Cioè che io potevo andare dove volevo, non avevo nessun problema. E poi ero alle dipendenze di mio zio, Angelo Carina. Se doveva parlare qualcosa, ne parlava lui».
Sui rapporti con Archi dell'allora rampante Cimarosa: «Ero amico con Alfonso e con Giuseppe. I figli di Gino, di Gino Molinetti. Nelle discoteche ci siamo conosciuti, tanti anni fa. Una decina di anni fa». Pm De Caria: «Erano soliti venire lì a Scilla, o era Lei che veniva qui a Reggio? Mi spieghi un attimo».

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio Calabria

Caricamento commenti

Commenta la notizia