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Locri, Comune sciolto ma il sindaco “non favoriva i clan mafiosi”

Portigliola: la sentenza civile su Rocco Luglio. Ravvisate prove di «mala gestio» e «incapacità amministrativa» ma nessuna ingerenza illecita

«Esaminando la figura del sindaco Luglio Rocco, figura apicale dell’amministrazione comunale, va evidenziato che la contestazione – fondata sull’assunto mancato adempimento dei suoi doveri d’ufficio, di impulso, direzione e controllo dell’attività dell’Ente rappresentato – non ha trovato riscontro nella documentazione allegata, con la conseguenza che non vi sono i presupposti per pronunciare l’incandidabilità nei suoi confronti».
È quanto scrivono i magistrati del Tribunale di Locri, Sezione Civile (presidente Andrea Amadei, giudice Enrica de Sire e giudice relatore Valentina Andrizzi) nel decreto con il quale hanno rigettato la domanda di incandidabilità per Rocco Luglio avanzata dal Ministero dell’Interno a seguito del decreto del Presidente della Repubblica del 1° giugno 2022, con il quale è stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Portigliola e, contestualmente, nominata la Commissione straordinaria per la gestione del Comune.
I giudici di Locri hanno recepito le argomentazioni proposte dai legali dell’ex sindaco Luglio, avvocati Antonio Cavo e Domenico Vestito, tra l’altro evidenziando che «dalla documentazione allegata, non si evince un chiaro collegamento tra l’operato dell’ex sindaco sul piano amministrativo e l’azione delle consorterie criminose, né un asservimento del medesimo alle volontà e agli interessi delle cosche locali, né, nello specifico, è stata evidenziata una frequentazione di Luglio Rocco con esponenti di spicco delle consorterie locali».

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