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Scongiurato il disastro ambientale a Gioia Tauro, le indagini conducono fino al porto

Gioia Tauro, il sequestro degli 87mila litri di liquidi contaminati da idrocarburi che rischiavano di finire in mare

Sarebbero arrivati dall’interno dell’area portuale gli 87mila litri di liquidi contaminati da miscele di idrocarburi intercettati, messi in sicurezza e sequestrati nell’impianto di depurazione consortile Iam, grazie alla segnalazione degli attuali amministratori giudiziari della società che non appena si sono accorti di alcune anomalie, alla fine del mese di febbraio scorso, avrebbero attivato tutta una serie di accertamenti e denunciato l’accaduto, attivando così le indagini della Guardia di Finanza e della Capitaneria di porto di Gioia Tauro, coordinate dalla Procura di Palmi.
Secondo alcune indiscrezioni, infatti, i gestori del depuratore percependo fosse in corso un flusso di scarichi illeciti avrebbero immediatamente avviato delle approfondite ispezioni che hanno riguardato anche i cosiddetti “bottini” che giornalmente giungono alla Iam, il cui conferimento sarebbe stato interdetto per un giorno intero, salvo poi individuare il problema in una condotta che potrebbe per l’appunto riguardare l’area portuale. Non è un caso, a tal proposito, se rumors sempre più insistenti parlano di riflettori puntati dagli inquirenti verso una ditta che si occupa del servizio di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi che scalano il porto di Gioia Tauro.
Senza contare che ci sarebbero già alcune persone iscritte nel registro degli indagati di un’inchiesta che, a breve, potrebbe portare ad ulteriori sviluppi allargandosi a macchia d’olio.

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