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Gioia Tauro, Zito confessa: «Ho aggredito io Agostinelli»

Il presidente dell’Autorità portuale denuncia di essere stato schiaffeggiato e minacciato. E dopo poche ore i contorni si chiariscono

Agostino Filandro e Salvatore Zito

Si è presentato spontaneamente ieri pomeriggio ai carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, guidato dal colonnello Gianluca Migliozzi, l’aggressore dell’ammiraglio livornese Andrea Agostinelli, presidente dell’Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio. Si tratta di Salvatore Zito, commerciante di 41 anni, persona di solito mite ma, da qualche tempo, profondamente segnata da un gravissimo dramma. Ha sentito l’esigenza di sciogliere quel groppo in gola che lo soffocava da due giorni sfogandosi con il comandante di Compagnia, il capitano Andrea Barbieri dal quale, stamattina, tornerà per formalizzare le sue ammissioni, alla presenza del proprio legale, l’avv. Mimmo Infantino senior.

In cuor suo il dispiacere per il biasimevole gesto, nella mente la consapevolezza di aver sbagliato ma anche e soprattutto il lancinante dolore che lui e la sua famiglia si portano addosso ormai da anni per la perdita del cognato Agostino Filandro, giovane imprenditore morto il 21 giugno del 2019 mentre si trovava a bordo dell’imbarcazione da diporto “L’isola che non c’è”, pronta per l’alaggio, nello specchio d’acqua antistante la banchina di ponente del mega scalo di transhipment, travolto dal cedimento del braccio di una gru obsoleta. Sia lui che quel mezzo fatiscente, però utilizzato perfino per le imbarcazioni della Capitaneria di porto, si trovavano dove non avrebbero dovuto essere.


Un decesso per il quale, qualche giorno addietro, sono stati rinviati a giudizio per concorso in omicidio colposo lo stesso Agostinelli, il responsabile del settore “Vigilanza e sicurezza” dell’Authority, Mario Piromalli; l’amministratore unico della “Port security”, Marcello Filocamo e due guardie giurate di servizio al gate d’ingresso. Salvatore Zito ha sempre confidato nella magistratura per ottenere giustizia per il cognato, che ha lasciato la moglie e una figlia, e ha seguito da vicino un procedimento importante che ha studiato a fondo nei suoi dettagli rimanendone molto turbato, specie nel leggere l’informativa della polizia giudiziaria.

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