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Reggio, servizio idrico integrato. Quale futuro per i lavoratori?

Le rassicurazioni degli enti non bastano. L’appello alla Regione . «Lavoriamo a un percorso unitario per riattivare il tavolo istituzionale»

Chiedono rassicurazioni rispetto al futuro di oltre cento dipendenti. La riorganizzazione del servizio idrico integrato alla luce della recente riforma legislativa regionale genera apprensione tra le maestranze che si occupano per diversi segmenti della filiera dell’idrico e della depurazione, dalla bollettazione e riscossione alla manutenzione della rete e degli impianti. Se Reggio è il primo grande Comune ad abbracciare il servizio idrico integrato, i rappresentanti dei lavoratori chiedono chiarezza per quello che viene annunciato come un passaggio epocale. Così i rappresentanti delle diverse sigle della Cgil, hanno chiesto un confronto con i vertici di Palazzo San Giorgio, confronto a cui Paolo Brunetti non si è sottratto. Sul tappeto il cronoprogramma di questa “staffetta” di competenze e responsabilità, il futuro occupazionale che coinvolge oltre un centinaio di dipendenti che oggi operano all’interno delle società funzionali dell’ente (come nel caso dei lavoratori che si occupano della parte amministrativa che oggi sono di Hermes, quelli che si occupano della manutenzione della rete idrica dipendenti di Castore) o di società private, Idrorheghion che per conto dell’Ente si occupano degli impianti di depurazione e della rete fognaria.

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