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Locri, i falsi certificati di Lascala: "Favorì anche una gestante che voleva il parto indolore"

Le intercettazioni sono avvenute tra il 1° dicembre 2021 e il 29 gennaio 2022, periodo in cui: «si è potuto appurare – scrivono le Fiamme gialle – come il dottore Lascala delinqua senza soluzione di continuità e con la totale assenza di scrupoli

L'ospedale di Locri

L’inchiesta “Sua Sanità” si fonda essenzialmente su 60 giorni di attività tecnica di intercettazione nei confronti del dottor Filippo Lascala, medico del reparto di Psichiatria di Locri «durante i quali sono emerse le 62 situazioni illecite» riportate dai militari della Guardia di Finanza in un’annotazione di servizio depositata agli atti del procedimento che ha coinvolto 90 persone, tra i quali medici, avvocati, tecnici di laboratorio e altri pubblici ufficiali per i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, commessi a Locri e in altri comuni della provincia tra il 2021 e il 2022. In questo contesto il gip di Locri ha disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere per il dottore Lascala, difeso dall’avv. Luca Maio, e della detenzione domiciliare per il primario della Psichiatria di Locri dott. Antonio Bombara, difeso dagli avvocati Rosario Scarfò e Cesare Placanica. Oltre ai due principali indagati la gip, su richiesta della Procura ha disposto l’obbligo di firma nei confronti di 3 indagati, tra cui due avvocati, e l’interdizione dall’esercizio della professione nei confronti di 5 medici e un avvocato, per 12 mesi.

Le intercettazioni sono avvenute tra il 1° dicembre 2021 e il 29 gennaio 2022, periodo in cui: «si è potuto appurare – scrivono le Fiamme gialle – come il dottore Lascala delinqua senza soluzione di continuità e con la totale assenza di scrupoli. In questi 60 giorni – scrivono gli investigatori – il Lascala ha favorito un ventaglio molto ampio di situazioni illegali fornendo il suo determinante apporto per il buon esito delle finalità illecite dei suoi interlocutori: dal pregiudicato che voleva evitare il carcere al testimone di giustizia che non voleva presentarsi al processo, da chi tentava di truffare l’assicurazione a chi provava a ottenere benefici assistenziali non spettanti, dalla gestante che voleva evitare il parto naturale, al professore che sperava di ottenere un trasferimento sfruttando indebitamente le agevolazioni di legge, da chi voleva riottenere la patente di guida ritirata a studenti desiderosi di ottenere un trasferimento di ateneo».

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