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Deposito di stoccaggio a Gioia Tauro, “no” del Tar

Il tribunale amministrativo ha respinto il ricorso della Società Petrolifera Gioia Tauro contro l’Autorità di Sistema portuale. Si chiude una vicenda che durava dal 1995 tra pronunciamenti di segno opposto

È una vittoria netta quella dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio nei confronti della Società Petrolifera Gioia Tauro (SPGT). Il Tar di Reggio Calabria ha infatti messo la parola fine ad un’annosa vicenda che, dal 1995, ha visto il porto di Gioia interessato da una richiesta di concessione demaniale finalizzata alla realizzazione di un deposito costiero per lo stoccaggio di oli minerali (benzina e gasolio) della capienza di 40 mila mc con 14 serbatoi.
Il tribunale amministrativo reggino ha giudicato pienamente legittimo il diniego a una istanza privata che, attraverso il finanziamento pubblico ex legge 488 – tristemente nota in Calabria – avrebbe voluto realizzare un insediamento privo di interesse pubblico in un’area ad evidente rischio sismico, tanto che il complesso iter istruttorio non si era mai perfezionato nel corso dei decenni.
Ampia soddisfazione è stata manifesta dal presidente Andrea Agostinelli per la prevalenza delle «ragioni dell’ente nell’opposizione a un’istanza da sempre sprovvista dei supporti istruttori necessari e in contrasto con la pianificazione portuale. Una sentenza a suo modo “storica”, articolata e motivatissima, che rende merito ai giudici del Tar di Reggio Calabria».
La vicenda nasce nel 1995, quando la ditta SPGT presenta istanza di concessione alla capitaneria di porto di Reggio Calabria. Dopo aver avviato un’ampia attività istruttoria, l’Autorità marittima, nel 1997, si esprime con un parziale accoglimento e giunge alla stipula di un atto di sottomissione che prevede la concessione della possibilità di iniziare i lavori, con la riserva di bloccarli in caso di esito negativo dell’istruttoria, definendone altresì la conseguente e totale assunzione di responsabilità da parte del privato.

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