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Reggio, cartucce in un'aiuola in zona Procura. Versace: “Indignato”

Il tribunale di Reggio Calabria
«Esprimo tutto il mio disprezzo come uomo, reggino e rappresentate delle istituzioni nei confronti di chi si è reso protagonista di un gesto spregevole, abbandonando un pacco con 57 cartucce calibro 9 in un’aiuola del Cedir, nei pressi della Procura della Repubblica, del Tribunale di Reggio Calabria e degli uffici comunali del Cedir. Allo stesso tempo, arrivi la massima solidarietà al procuratore Giovanni Bombardieri ed ai magistrati che, quotidianamente, operano per il rispetto della legalità stando in trincea nella lotta alla ‘ndrangheta». Lo afferma il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, dopo il ritrovamento di un involucro sospetto da parte dei militari dell’Esercito, impegnati nella consueta ispezione del perimetro degli uffici giudiziari.
«A prescindere dalle circostanze, che saranno certamente approfondite dagli inquirenti, il fatto – ha commentato Versace – è certamente inquietante e rischia di far tornare indietro le lancette dell’orologio ad anni in cui gli uomini della Procura ed i massimi rappresentati dello Stato erano costantemente sotto l’attacco della criminalità organizzata e dei poteri occulti. Al di là del singolo episodio, grave e preoccupante, è evidente come le istituzioni reggine, non solo quelle giudiziarie, siano continuamente nel mirino di chi infanga il nome della nostra città attraverso la logica dell’intimidazione e della paura. In questo momento così delicato, ognuno di noi deve stringersi ancora più forte intorno a tutte le istituzioni e ai magistrati in prima linea e far sentire la propria presenza e vicinanza contro la viltà di chi agisce per seminare terrore in una realtà fortemente provata dalla pervasività del crimine organizzato».
«Agli ‘ndranghetisti ed ai “malati di ‘ndrangheta” – ha proseguito Versace – arrivi forte e chiaro il messaggio di quanti, di fronte a tutto questo, reagiscono con sdegno: non sono persone gradite, infangano il nome della nostra Reggio. Lascino in pace, una volta per sempre, la comunità reggina, composta per la stragrandissima maggioranza di persone oneste e laboriose. Non li vogliamo. La città ed i reggini sono stanchi di sopportare azioni che contrastano col vivere civile e democratico».
«Sono certo – ha concluso il sindaco metropolitano facente funzioni – che le indagini produrranno, a breve, i loro primi risultati, facendo luce su una questione che getta nello sconforto la maggioranza dei cittadini onesti e laboriosi, desiderosi di vivere in una realtà affrancata dal giogo mafioso. Rinnovo la mia più totale ed incondizionata fiducia nel lavoro degli uomini di Giovanni Bombardieri, del pm Matteo Campagnaro e degli agenti della Squadra mobile, guidata da Alfonso Iadevaia, affinché dipanino, al più presto, la coltre di inquietudine con la quale, taluni, vogliono soffocare il nostro bellissimo territorio».
Sono state così potenziate le misure di sicurezza e di vigilanza attorno all’edificio che ospita la Procura della Repubblica ed il Tribunale di Reggio Calabria. La decisione è stata presa dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Massimo Mariani, proprio dopo il ritrovamento nei giorni scorsi di 57 cartucce per fucile contenute in un involucro lasciato nei pressi del palazzo.
Alla riunione hanno partecipato il procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, ed i vertici delle forze dell’ordine. Prosegue intanto l’inchiesta sul ritrovamento aperta dalla Direzione distrettuale antimafia le cui indagini sono state affidate alla Squadra mobile, diretta da Iadevaia.
Gli investigatori stanno tentando di accertare, in particolare, il movente dell’intimidazione e di identificarne i responsabili. Dall’involucro trovato dai militari dell’esercito vicino la rampa di uscita dal palazzo di giustizia delle auto blindate dei magistrati fuoriuscivano due fili che, in primo momento, hanno fatto sospettare potesse trattarsi di un ordigno. posizionato.

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