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Taurianova, l’investigatore riferisce in aula le modalità del delitto Ascone

Il processo per l’omicidio dell’imprenditore. Dalla scusa dell’auto in panne all’esecuzione

Una lunga udienza dedicata alla deposizione del maggiore dei carabinieri Marco Gianluca Filippi: un esame in profondità, articolato e complesso, lungo le strade strazianti che conducono alla verità sull’omicidio di Agostino Ascone.
Ieri mattina, in Corte d’Assise a Palmi è ripreso il processo sul caso dell’imprenditore agricolo trentasettenne di Amato di Taurianova scomparso nel nulla il 27 dicembre del 2021. Una vicenda atroce, sviscerata dagli investigatori attraverso indagini accurate e per la quale sono finiti a processo la moglie della vittima Ilaria Sturiale, il suo amante Salvatore Antonio Figliuzzi e il presunto complice Giuseppe Trapasso. Nel corso della prima udienza, lo scorso 16 maggio proprio Figliuzzi, già marito di Maria Concetta Cacciola, si è autoaccusato dell’omicidio di Ascone.
Ieri, invece, la testimonianza del primo teste inserito nella lista dell’accusa dal pubblico ministero Salvatore Rossello. La Corte, composta dal presidente Francesco Petrone, dalla giudice a latere Anna Laura Ascioti e da otto giudici popolari, ha ascoltato la ricostruzione delle indagini svolta dalla viva voce di Filippi, militare operativo all’interno della Compagnia di Gioia Tauro fino allo scorso dicembre prima del trasferimento a Corigliano- Rossano, e che ha coordinato il lavoro di verifica sulla morte di Ascone.
Il carabiniere ha rimesso insieme i tasselli del mosaico investigativo: la scusa per adescare la vittima, il tranello dell’auto in panne davanti al ristorante di contrada Pegara di Taurianova “La Cucciarda”, quindi il tragitto fino a Rosarno e l’esecuzione dell’assassinio. Un quadro arricchito da numerose intercettazioni ambientali e telefoniche.

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