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“E i soldi dei ristori post-incendi?”: l’imprenditore agricolo di Roccaforte del Greco Francesco Saccà attacca la Regione

Titolare di un’azienda andata distrutta nei roghi del 2021 attende ancora i fondi «Niente elemosina, ma voglio sapere che fine hanno fatto i 3 milioni di euro del Psr». La sua azienda ha subito danni per 900mila euro Dei 25mila riconosciuti non ha ricevuto niente

«Non voglio l’elemosina da nessuno, ma solo sapere dove sono finiti i soldi dei ristori». Francesco Saccà è passato nel corso degli ultimi due anni attraverso diversi stati emotivi: dalla rabbia per avere perso quasi tutto negli incendi del 2021 è giunto, dopo diversi passaggi, a una sorta di rassegnazione. Da due anni attende che la Regione deliberi l’assegnazione dei ristori che coprano, in una piccolissima parte, gli ingenti danni subiti dalla sua azienda agricola di Roccaforte del Greco. Quei fondi, però, non sono mai arrivati nonostante le rassicurazioni iniziali e le promesse degli ultimi mesi.
«Vorrei semplicemente chiedere ai nostri amministratori – ha dichiarato l’imprenditore agricolo – in particolare al presidente della Regione Roberto Occhiuto e all’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, che vanno in giro per Catanzaro con le attrici americane, che fine hanno fatto i ristori che avevano stanziato nel settembre 2021. E siccome siamo in tema, che cosa hanno fatto per prevenire gli incendi in Aspromonte e cosa hanno fatto per evitare i roghi di quest’anno». Saccà muove delle accuse precise agli amministratori regionali: «Come hanno fatto a perdere quei 3 milioni del Psr che erano destinati agli imprenditori agricoli che avevano subito gli incendi del 2021?». L’imprenditore reggino ce l’ha anche con il Governo. Nella passata legislatura, infatti, l’esecutivo nazionale si era impegnato a reperire risorse per aiutare gli imprenditori che avevano subito danni negli incendi in Aspromonte, ma anche da Roma pare che non arrivino segnali confortanti: «La verità è che siamo stati dimenticati – è l’amara considerazione di Saccà - che è peggio di essere abbandonati perché vorrebbe dire che almeno qualcuno ancora si ricorda di noi».
A novembre 2022, spiega Saccà, «ho ricevuto una lettera nella quale la Regione annunciava che per ora mi avrebbero dato 25mila euro a fronte però dei 900mila euro di danni che avevo subito. Una specie di “concessione” da parte dell’amministrazione regionale. Mi hanno fatto fare perizie, pagare tecnici per stimare i danni e poi decidono di darmi una mancia. Però alla fine non mi hanno dato neanche quella e adesso pretendo di sapere che fine hanno fatto quei soldi. Voglio andare oltre: a distanza di due anni quei 25mila euro neanche mi servono per rimettere in piedi la mia azienda, ma voglio solo che qualcuno mi dia una risposta su che fine abbiano fatto quei 3 milioni di euro. Non voglio l’elemosina da nessuno».
Tra l’altro, quei 3 milioni di euro erano destinati in principio a 40 imprenditori agricoli, ma dopo la fase istruttoria la Regione non aveva riconosciuto a molti di loro i requisiti per accedere ai ristori. «È assurdo pensare a tutto quello che è successo in questi due anni – aggiunge Saccà - Pensate che mi avevano detto che della parte non spesa di quei 3 milioni mi avrebbero dato altri 25mila euro».
E mentre «i nostri politici regionale sono campioni di presenzialismo – attacca l’imprenditore reggino - noi siamo qui ad attendere quello che ci spetta. Non hanno neanche la decenza di dire: “Abbiamo un problema e appena lo risolviamo faremo il nostro dovere”».
Le parole di Francesco Saccà rifletto la sua profonda amarezza. Dopo avere visto andare in fumo anni di sacrifici e investimenti adesso si ritrova a lottare da solo per vedersi riconosciuto quello che gli spetterebbe di diritto.
«Al nord la grandine non era neanche arrivata a terra – afferma - e già si contavano i danni, così come era successo in Emilia-Romagna. Da noi conti non se ne fanno, ma una volta che stanzi dei soldi pubblici, si può sapere perché le aziende muoiono e i soldi non arrivano?».
L'imprenditore torna anche a parlare di prevenzione agli incendi. «Quest’anno - conclude - si sono riproposti gli incendi e non è stato fatto nulla per la prevenzione, nessuna pulizia di canali e fiumare; nessuna programmazione. Niente dalla Città metropolitana e dal Parco d’Aspromonte. I morti di due anni fa se li siamo già dimenticati. La cosa peggiore che ha fatto Renzi è stato abolire le guardie forestali che avevano contezza del territorio. Perché non rafforzano le squadre antincendio nei boschi invece di buttare i soldi nei Canadair? Prendessero degli stagionali per tre mesi dopo averli formati. I soldi glieli regaliamo alle compagnie di aerei che paghiamo 14mila euro all’ora».

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