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Una visione unitaria per lo Stretto di Messina

Il riavvio delle procedure per la realizzazione del collegamento stabile si inserisce in un contesto più ampio

È una tripla strategia, quella messa in atto dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Al primo punto c’è la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria ma, proprio per sfatare i “luoghi comuni” sul fatto che il Ponte rischia di essere solo una cattedrale nel deserto, gli altri due punti fondamentali sono l’inserimento di questa grande opera nel Piano generale dei trasporti e della mobilità nell’Area integrata dello Stretto e la “contemporaneità” degli interventi, soprattutto sulla rete ferroviaria, già appaltati, o programmati, nelle due regioni interessate, con un investimento complessivo di decine e decine di miliardi di euro. «Il Ponte non è e non sarà una cattedrale nel deserto ma piuttosto la ciliegina sulla torta di una infrastrutturazione che riporterà l’Area integrata dello Stretto al centro delle politiche euromediterranee», va ripetendo il vicepremier Matteo Salvini.
Ed ecco perché il ministro, nel momento in cui sta accelerando tutte le procedure relative alla progettazione e costruzione del Ponte, ha deciso di riavviare anche quel tavolo tecnico che era stato istituito, seppur in un contesto diverso, dal suo predecessore, l’ex ministro Enrico Giovannini. Il reinsediamento di quel “tavolo”, ieri all’Università di Messina, è un segnale preciso del Governo, con indicazioni rivolte anche alle due Regioni e alle istituzioni e agli Enti locali: «Da ora in poi – questo è il messaggio – si deve ragionare in chiave unitaria».
E, dunque, i primi provvedimenti non potranno non essere tariffe e biglietti unici per chi prende l’autobus a Messina, o a Reggio e Villa, e per chi si serve degli aliscafi o delle navi per fare avanti e indietro tra le due sponde. La logica unitaria dovrà portare a un raccordo molto più stretto dei Piani urbani del traffico e della mobilità sostenibilità dei Comuni dello Stretto, fino ad arrivare – in un orizzonte temporale di medio termine – a un unico organo decisionale bi-regionale, di cui dovranno fare parte i sindaci metropolitani e gli assessori alla Viabilità dei due capoluoghi (ma anche di Villa San Giovanni). E tutto, a sua volta, dovrà essere in strettissima sinergia con gli interventi pianificati da altri soggetti, diversi dalle Amministrazioni locali, cioè dagli assessorati regionali, dall’Autorità di sistema portuale, dall’Anas e dalle Ferrovie dello Stato. In questo ampio scenario, saranno coinvolti anche i vettori privati e le Aziende di trasporto locale.

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