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Uomini, gruppi di potere e strategie: l’evoluzione della ’ndrine moderne di Reggio

Nelle motivazioni della sentenza “Gotha” la strategia unitaria delle cosche cittadine. Da Pellaro a Villa San Giovanni il mandamento “città”: «In rapporto di coesistenza e di sovra ordinazione con le singole consorterie»

Il procuratore Giovanni Bombardieri e l’aggiunto Giuseppe Lombardo

“Olimpia” e “Il Crimine”, “Meta” e “Gotha”: quattro inchieste epocali della Procura antimafia di Reggio, quattro colpi durissimi inferti alla 'ndrangheta dal volto della modernità e dell'unitarietà, del privilegio degli affari e della commistione, spesso anche condivisione, con la “zona grigia” e variegati pezzi delle istituzioni, della politica, dell'imprenditoria e delle professioni. L'evoluzione della 'ndrangheta, con la centralità decisionale affidata a una “cupola” ristretta ma autorevole a tal punto da decidere per i tre mandamenti, è ripercorsa nei motivi della sentenza “Gotha” rafforzata da paralleli esiti processuali: «Ora, se le sentenze “Olimpia”, ormai definitive, hanno fotografato la realtà criminale cittadina presa in esame sulla base di un corposo materiale probatorio che si arrestava, in buona sostanza, alla metà degli anni '90, e se le acquisizioni investigative relative all'operazione “Il Crimine” hanno consentito di esaminare nuovamente, alla luce delle indagini degli ultimi anni, l'assetto complessivo dei rapporti tra le cosche ’ndranghetiste della cosiddetta “provincia di Reggio”, si aggiunge, oggi, a tali “antecedenti” il compendio probatorio di cui al presente processo; compendio in larga parte costituito, dalle risultanze dell'operazione convenzionalmente denominata “Meta” che ha rivelato la strutturazione di una nuova compagine associativa, all'esito di un complesso iter evolutivo, di carattere unitario e verticistico, composta dai capi delle principali cosche cittadine».
Da Pellaro a Villa San Giovanni l’area del mandamento “città”: «In un rapporto di coesistenza e pur di sovra ordinazione con le singole consorterie territorialmente competenti le quali mantengono la loro rispettiva identità e limitata autonomia. In tale prospettiva, qualsivoglia approccio alle articolazioni territoriali della 'ndrangheta operanti nel capoluogo reggino non può non tenere conto degli accordi intercorsi tra i due schieramenti che si sono militarmente fronteggiati nel corso della sanguinosa seconda guerra di mafia (che ha riguardato in modo pressoché esclusivo la città di Reggio Calabria). Analogamente, alcuna ricostruzione - che voglia ritenersi rispettosa delle statuizioni giurisdizionali aventi autorità di “giudicato” potrebbe prescindere dalla centralità di alcune figure di altissimo profilo».

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