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Museo del mare a Reggio, da Zaha Hadid una “vetrina” per lo Stretto

Nei giorni dello sprint sulla realizzazione dell’opera, l’associazione Amici del Museo rilancia il dibattito sulla destinazione

«Si farà, certo». I soldi ci sono, il progetto definitivo quasi: al Comune non hanno più dubbi sulla realizzazione del Museo del mare, tanto da ipotizzare persino l'inizio dei lavori del “lotto zero” già entro fine anno.
Il dibattito ad oggi è tutto concentrato sugli aspetti tecnici: fondi del Pnrr e del Pac, tempi, scadenze, rilievi tecnici, intrecci di competenze, conferenze dei servizi, disponibilità delle aree. Meno, o forse per nulla, si parla dei contenuti della futura mega-opera firmata dall’archistar Zaha Hadid (oggi dal suo studio) e destinata a rivoluzionare non solo il waterfront ed il rapporto della città col mare ma anche, almeno nelle intenzioni, la sua attrattività turistica.
«L’opera, una volta realizzata, diventerà richiamo culturale di altissimo valore, pari al Museo archeologico nazionale» prevede già oggi l’associazione Amici del Museo, che in una sorta di “analisi pubblica” delle prospettive firmata dal presidente Francesco Arillotta entra nel vivo di alcune questioni. Perché «bisogna costituire un sistema che, avendo uno straordinario contenitore arricchito di un altrettanto straordinario contenuto, diventi un forte attrattore culturale, capace di richiamare in Reggio Calabria flussi di visitatori da ogni parte del mondo. Di questo – sostiene Arillotta – la nostra città ha bisogno: forti motivazioni culturali che, unite al vasto patrimonio naturalistico e storico di cui già godiamo, possano costituire richiamo permanente, come abbiamo constatato con i Bronzi di Riace».

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