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Reggio: firme false, consiglieri indagati e il silenzio del centrodestra

Palazzo Alvaro, Reggio

Un qualsiasi elettore di centrodestra, dopo gli avvisi di garanzia emessi dalla Procura di Locri a tre consiglieri metropolitani (tra cui il mitico Nino Castorina) per avere taroccato delle firme alle elezioni di Platì, si sarebbe aspettato una levata di scudi da parte di FI, FdI e Lega. E, invece, nulla. Non una parola, non un pensiero, non un fiato... solo un raggelante silenzio, il labbro della politica reggina tace, quasi che sia ormai diventato normale “barare” al momento delle elezioni. Di tutte le elezioni. Prima i morti-votanti a Reggio (processo in corso che va a rilento), adesso la nuova indagine di firme-fantasma della Procura di Locri (che dovrebbe tradursi presto in un altro processo si spera più celere) apre uno spaccato che l’etica politica suggerirebbe di spazzare via subito per rendere l’aria più respirabile e senza delegare sempre e comunque il compito alla magistratura. Ma esiste ancora l’etica in politica a Reggio e dintorni? Esiste ancora il volere servire – senza servirsene – una comunità per migliorarne il destino? È evidente che non esiste più nulla di simile con l’etica, la morale e anche la vergogna che sono state mandate in soffitta in nome di un garantismo peloso e utile solo per giustificare qualsiasi malefatta compiuta da questo o quel politico. Eppure se l’etica e la morale non vengono rimesse a furor di popolo sull’altare laico della politica, tutto è destinato a cadere e rompersi irrimediabilmente. Bisogna solo aspettare i tempi (lunghi) delle indagini delle varie Procure e la fine della politica arriverà.
Circoscrizioni sì, deleghe no L’urgenza del centrodestra reggino oggi si chiama Circoscrizioni, non c’è altra priorità. Come ci ricorda il componente del Comitato Provinciale della Lega Michele Marcianò: «Come al solito il comune di Reggio Calabria continua ad essere sordo e inadempiente rispetto alle esigenze dei cittadini. Non vi è dubbio che le Circoscrizioni siano uno strumento necessario al fine di garantire i servizi primari ed essenziali alla comunità. Da oltre un anno, le procedure che l'Amministrazione comunale avrebbe dovuto attivare grazie all'emendamento con cui l'on. Cannizzaro era riuscito a garantire, una dote finanziaria di 700 mila euro, sono ferme al palo. Incapacità amministrativa o incomprensibile scelta politica? Qualunque sia il motivo, a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini.

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