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Reggio, Davide Bilardi teneva i rapporti con vertici delle ‘ndrine

È considerato dai magistrati della Dda l’uomo che tiene i rapporti tra i clan di Archi e la cosca Libri, che organizza gli incontri tra gli elementi di vertice delle due cosche e ne conosce i segreti. Questo è il profilo tracciato dai magistrati della Procura antimafia di Reggio Calabria di Davide Bilardi, considerato uomo di fiducia di Mariano e Domenico Tegano di Archi. Bilardi, secondo la Dda di Reggio Calabria sarebbe anche «in sinergia operativa con gli esponenti apicali della cosca Libri. Il tutto secondo il più recente modello organizzativo della mafia reggina, connotato all’unitaria gestione associativa e della proficua federazione ormai esistente tra le ‘ndrine del territorio». Ennesima prova dell’appartenenza alla ‘ndrangheta di Bilardi viene data, scrivono gli inquirenti nell’ordinanza, dallo stesso Antonio Libri. Questi, si legge belle carte, parla apertamente con Carmelo Serafino in merito a un danneggiamento alla ditta “Canale srl” davanti a Bilardi. «Domani gli dovete bruciare i mezzi – avrebbe detto Antonio Libri a Serafino, sennò saliamo noi si vede in caso gli spariamo…». Ebbene, «tale conversazione – scrivono gli inquirenti – avveniva alla presenza di Davide Bilardi, evidentemente ritenuto intraneo al medesimo mondo criminale dai due interlocutori… Antonio Libri, del resto, specificava che l’argomento poteva essere approfondito alla presenza di Bilardi, proprio in ragione del rapporto di intensissima solidarietà esistente con quest’ultimo: “…tanto Davide è lo stesso di mio fratello”».
Qualche mese prima di questa conversazione, nel gennaio 2018, scrivono gli inquirenti, si era andato palesando il ruolo ricoperto da Davide Bilardi «quale uomo di collegamento tra le famiglie mafiose di Archi e la cosca Libri. Tanto che Antonio Libri e Edoardo Mangiola menzionavano un appuntamento organizzato proprio da Bilardi con Carmine De Stefano, ovvero il massimo esponente dell’omonima ‘ndrina».

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