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Ospedale di Locri, sul caso Amodeo ora tocca all’Asp

I fili tirati dal cardiologo e l’intervento immediato e risolutore in ospedale della manager Di Furia

«Dobbiamo apprezzare chi come Amodeo si batte per una sanità pubblica efficiente senza sotterfugi, mettendo la sua professionalità e competenza per una sanità a misura di persona. Conosciamo la sensibilità della direttrice generale Di Furia e siamo certi che farà suo l’appello di Amodeo perché è tempo di sviluppare pienamente la Cardiologia dell’Asp di Reggio Calabria».
È uno dei passaggi fondamentali della nota con cui Rubens Curia, infettivologo e già direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia, sostiene la battaglia avviata dal primario di Cardiologia degli ospedali “spoke” di Polistena e Locri Vincenzo Amodeo. Curia, da portavoce e fondatore del movimento che da anni conduce una meritoria attività per migliorare l’offerta sanitaria calabrese, ribadisce con forza che «Comunità Competente sta con Enzo Amodeo» e lo fa ricordando i contenuti della «forte, coraggiosa e concreta lettera» da lui diffusa contro «i molti muri di gomma invisibili», inviata lo scorso 3 novembre e che, secondo Curia «va sostenuta dalle istituzioni sanitarie regionali e dal management aziendale».
Di tenore caustico è poi il commento dell’associazione “Tribunale per i Diritti del Malato e del Cittadino”, il cui presidente Pino Mammoliti ha sottolineato quella che reputa l’eccessiva tendenza accentratrice della direttrice Di Furia. «Ieri (lunedì, ndc) – ha scritto – si è tenuta una riunione all’ospedale di Locri tra dirigenti medici (cardiologi) l’ex e neo-primario facente funzioni e la nostra manager. Sembra – ha proseguito – che grazie alla presenza della dirigente ospedaliera tutto si sia risolto in un “chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto, scordamose u passato, simo a Locri paisà”».
Non dissimile la reazione del Corsecom Sanità e dei comitati “DifendiAmo l’ospedale” e “Pro Casa della Salute” di Siderno.

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