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Case popolari, una “bomba sociale” a Reggio Calabria

Viaggio nell’emergenza che rischia di esplodere tra intoppi burocratici, contenziosi, lassismo e forti proteste. Centinaia di alloggi contesi, fioccano i processi. L’ombra della criminalità

L’edilizia popolare a Reggio continua a essere un tasto dolente. L’emergenza abitativa che interessa la città dello Stretto è atavica, per una domanda di alloggi superiore rispetto all’offerta ma anche per i ritardi accumulati nelle assegnazioni. Due enti coinvolti, Aterp e Comune, e procedure lunghissime. Nel mezzo tanti cittadini che vivono in condizioni al limite della decenza, in attesa di essere immessi nelle case che dovrebbero essere disponibili.

La lunga odissea

Il bando per l’assegnazione in emergenza delle abitazioni doveva rappresentare un primo segnale per dare risposta alla “fame” di alloggi di edilizia popolare. La procedura si è complicata non poco lungo l’asse Reggio-Catanzaro, tanto che si è dovuto arrivare anche in Tribunale. Quattro le sentenze emesse dal Tar sfociate nel commissariamento del settore patrimonio di Palazzo San Giorgio. Le ultime pronunce sono di qualche settimana addietro. «Il 3 ottobre scorso il Tar ha emesso due sentenze contro la politica di negazione del diritto alla casa operata, ormai da anni, dall’amministrazione comunale. In soli tre anni siamo alla quarta sentenza del Tar contro il Comune per la mancata assegnazione degli alloggi popolari agli aventi diritto» raccontavano le associazioni “Un Mondo di Mondi”, Ancadic, centro sociale “Angelina Cartella”, Reggio Non Tace, Società dei Territorialisti Onlus.
Siamo agli sgoccioli ma l’attesa è stata lunga per chi vive in una condizione di indigenza e in case non abitabili, tanto è vero che gli stessi diretti interessati alzano la voce: «Viviamo come nel Terzo Mondo». Situazioni di estremo disagio e di indigenza.

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