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Le rassicurazioni dell’Ue sull’Ets di Gioia Tauro, non convincono la politica locale

FdI e Lega dubbiose sulle misure per il porto nella direttiva. Nesci accusa gli altri partiti. Saccomanno: problema di competitività

Resta acceso il dibattito sulla tassazione europea Ets contro le emissioni delle grandi portacontainer, in vigore dal prossimo 1. gennaio, che rischia di depotenziare i porti di transhipment europei, in primis Gioia Tauro, a favore dei concorrenti del nord Africa ovviamente esenti da tale normativa in quanto Paesi non membri UE.
Sebbene da Bruxelles, per voce del commissario per il clima Wopke Hoekstra, siano arrivate garanzie sul futuro dello scalo in risposta ad un’interrogazione dell’europarlamentare del M5S, Laura Ferrara, spiegando che la direttiva prevede diverse misure per affrontare il rischio elusione e delocalizzazione, la politica continua a dividersi su responsabilità ed efficacia delle presunte soluzioni al problema.
Ad esempio, l’europarlamentare Denis Nesci ricorda che la norma sul “Green deal” fu votata da tutti i partiti tranne FdI-Ecr: «I toni trionfalistici con cui si accoglie la notizia di una possibile e auspicabile iniziativa di estendere la “tassa” sulle emissioni anche a portacontainer con scalo nei porti africani – evidenzia – oggi risultano paradossali. Accogliamo con favore la rediviva responsabilità di chi votò a favore di questa follia ideologica lo scorso aprile, e che adesso nel tentativo di redimersi tenta di trovare soluzioni postume».

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