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Salvare il porto di Gioia Tauro, nello scacchiere c’è il precedente favorevole... degli aerei

Il caso approda in Consiglio trasporti Ue: nuova informativa sui rischi

La pressione è forte, ma se qualcosa davvero si stia muovendo a livello di Commissione Europea rimane un mistero. E il tempo passa, mentre l’1 gennaio 2024 – data che sancirà l’entrata in vigore del nuovo sistema di tassazione sulle emissioni inquinanti delle navi cargo – si avvicina inesorabilmente. Trema Gioia Tauro, insieme ai porti di Malta, Algeciras, Sines, Il Pireo, che potrebbero pagare la delocalizzazione dei traffici su più convenienti hub del Nord Africa. E a poco servirà, secondo gli osservatori, la “regola delle 300 miglia”, soluzione parziale finora in messa in campo per “frenare” i porti di Tanger Med in Marocco e Port Aaid in Egitto. Resta irrisolto, infatti, il problema – enorme per Gioia Tauro – delle rotte con scalo in Europa ma origine e destinazione extra-Ue.
Di questo ed altro si discuterà a livello continentale lunedì prossimo, nell’ambito del Consiglio europeo dei trasporti che si riunirà a Bruxelles. All’ordine del giorno c’è infatti un’informativa a cura delle delegazioni cipriota, croata, greca, italiana, maltese e portoghese «sulle questioni che destano preoccupazione per il trasporto marittimo di merci in relazione all’attuazione della direttiva sul sistema di scambio di quote di emissione (Ets)». Più volte, e l’ultima dal “palcoscenico” di Gioia Tauro, il ministro e vicepremier Matteo Salvini si è espresso con chiarezza sul tema: «Lunedì 4 dicembre, l’Italia e gli altri Paesi contrari ribadiranno l’opposizione al meccanismo Ue di tassazione sui porti in base alla direttiva europea Ets, che rischia di desertificare il mare italiano a vantaggio della portualità nordafricana».
Quanto la questione sia seria l’ha ribadito nei giorni scorsi la Commissione trasporti della Camera, votando una risoluzione chiara: «Esiste un concreto e attuale rischio di abbandono del porto di Gioia Tauro». E «la dimensione del problema – si legge nel documento – diventa ancora più evidente quando si considera che l’hub calabrese è uno dei principali porti di scalo europei in virtù della sua capacità di accogliere le grandi navi portacontainer. In Italia quasi il 28% di tutti i container movimentati e il 77% di quelli trasbordati passano da Gioia Tauro. E il porto, altamente strategico per l’economia italiana quanto per quella europea, dà lavoro a quasi 6000 lavoratori, 1.600 direttamente e 4.000 indirettamente».

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