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Rapina di Montebello: legato, picchiato e imbavagliato per avere soldi custoditi in casa

In Tribunale la testimonianza della vittima

Storia orribile, racconto shock. Ha lasciato senza fiato la testimonianza resa in Tribunale collegiale da Giovanni Pio, vittima insieme alla famiglia della rapina in casa, nelle campagne di Montebello Jonico, per mano di una gang di balordi - «almeno in quattro, tutti di nazionalità georgiana» secondo gli inquirenti - che ha aggredito a domicilio l'intero nucleo familiare davanti a un minore in tenerissima età con l'evidente scopo di fare manbassa dei risparmi custoditi in casa, soldi in contanti e gioielli. Per un paio di ore Giovanni Pio - incalzato dalle domande del Pubblico ministero, Tommaso Pozzati; della stessa presidente del collegio giudicante, Silvia Capone, dei difensori di parte civile, gli avvocati Giacomo Iaria e Francesco Giorgio Arena, e del difensore dell'unico georgiano ad oggi sul banco degli imputati, l'avvocato Alessandra Nucera (per delega della collega Ambesi) - ha ricordato, ricostruendo con inevitabile commozione mista a ricordi dolorosi, quella serata da inferno vissuta in casa propria, tra le mura domestiche, accanto alla moglie, la figlia, il genero e al nipotino.

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