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Immigrazione, processo pilota a Locri sul decreto Cutro: dubbi delle difese sulla legittimità costituzionale

Prevista la contestazione dell’aggravante del favoreggiamento nel caso in cui sia derivata la morte di una persona

Il Tribunale di Locri

Confronto serrato in aula tra le parti intervenute davanti alla Corte d’Assise nel primo processo in Calabria dopo il “Decreto Cutro”, che prevede la contestazione dell’aggravante del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina laddove è derivata la morte di una persona. Ieri mattina, il collegio di difesa ha sollevato una serie di eccezioni preliminari e questioni di legittimità costituzionale, su cui i giudici dell’Assise di Locri (presidente Amelia Monteleone, a latere Maria Grazia Galati) hanno riservato la decisione all’udienza del 10 gennaio.
Nell’ordine, l’avv. Giancarlo Liberati del Foro di Reggio Calabria ha sollevato la questione di legittimità costituzionale in relazione alla dosimetria della pena per violazione degli artt. 3 e 27 Cost. poiché il trattamento sanzionatorio in relazione al nuovo art. 12-bis del D.lgs. 286/98, nonostante della fattispecie si risponda a titolo di colpa - quantomeno con riguardo all’evento morte come conseguenza del reato del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina - risulterebbe sproporzionata in relazione al disvalore soggettivo della fattispecie, da altro lato riconducibile alla stessa cornice edittale di fattispecie dolose come l’omicidio volontario o l’omicidio preterintenzionale.

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