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'Ndrangheta a Rosarno, colpo di spugna sul processo “Ares”: la Cassazione annulla 12 condanne

Corte di Cassazione

Crolla ad un passo dal traguardo il maxiprocesso “Ares”. Nella giornata di ieri, la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna che era stata emessa dalla Corte d’appello di Reggio Calabria nei confronti di 12 imputati, coinvolti nel procedimento in abbreviato e accusati di associazione mafiosa. Servirà, quindi, un nuovo processo di secondo grado per verificare i presupposti di sussistenza dell’ipotesi di associazione mafiosa, che dovrà tener conto dei rilievi formulati dalla Suprema Corte.

Alla fine della camera di consiglio i giudici hanno disposto l’annullamento con rinvio della sentenza di condanna nei confronti di Francesco Cacciola classe ’68 (difeso dall’avvocato Mario Santambrogio), Gregorio Cacciola classe ’80 (avvocati Santambrogio e Luca Agostino), Gregorio Cacciola classe ’51 (avvocato Santambrogio), Salvatore Cacciola classe ’82 (avvocati Francesco Lojacono e Santambrogio), Vincenzo Cacciola classe ’77 (avvocati Santambrogio e Domenico Malvaso), Giovan Battista Cacciola (avvocati Carmelo Naso e Valerio Vianello Accorretti), Serhiy Chimbru (avvocato Michele Novella), Salvatore Consiglio (avvocati Guido Contestabile e Vincenzo Galeota), Giovanni Grasso (avvocati Contestabile e Giovanna Beatrice Araniti), Rocco Grasso (avvocato Luca Cianferoni e Malvaso), Domenico Grasso classe ’56 (Contestabile e Galeota), Rosario Grasso classe ’82 (Contestabile), Pietro Raso (Contestabile) e Giuseppe Sorbara (avvocati Davide Vigna e Agostino). Tutti sono accusati di partecipazione alla cosca Cacciola- Grasso di Rosarno, arrestati il 9 luglio 2018 in esecuzione della maxioperazione denominata “Ares”, condotta dai Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria.
Gli imputati erano stati già condannati in primo grado dal Gup distrettuale nell’ottobre 2020, con parziale conferma della sentenza in sede appello.

Annullamenti con rinvio sono stati disposti anche per gli altri imputati, accusati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, nonché per quelli colpiti da contestazioni di reati fine. In particolare la Suprema Corte ha disposto annullamenti con rinvio nei confronti di Giuseppe Raso (avvocato Giacomo Iaria), Cristian Pagano (avvocato Novella), Giuseppe Suriano (avvocati Contestabile, Yvonne Posteraro e Francesco Giovinazzo), Angela Biondo (avvocato Novella), Domenico Giampaolo (avvocati Sandro Furfaro e Vincenzo Nobile), Michele Petullà (avvocato Francesco Albanese), Giuseppe Mesiti (avvocati Davide Barillà e Giuseppe Milicia), Antonio Giuseppe (avvocati Davide Barillà e Giuseppe Strangio) e Giuseppe Quaranta (avvocati Giuseppe Martino e Francesco Cardone).
L’inchiesta “Ares” è nata quasi per caso, indagando su una sparatoria avvenuta a Rosarno nel settembre 2017 nella quale erano rimasti coinvolti Salvatore Consiglio e Gregorio Cacciola, imputati nel procedimento ed entrambi accusati, tra l’altro, anche del tentato omicidio dell’altro.
E i carabinieri ci misero poco a capire che il motivo di quella sparatoria era il traffico di droga, che aveva creato la spaccatura nella cosca Cacciola- Grasso di Rosarno. Spaccatura che avrebbe portato al tentato omicidio di Consiglio e a un passo dalla faida. Le prove i magistrati le appresero dalla viva voce dei protagonisti, scoprendo che Consiglio accusava Gregorio Cacciola classe ’80 di avergli rubato della droga. Stessa accusa che Cacciola faceva all’ex sodale. Da lì sarebbero sorte le prime crepe arrivate fino al presunto tentativo del gruppo che faceva capo a Cacciola di fare fuori Consiglio. Delitto condannato da una parte dei Cacciola e che avrebbe portato a una frattura nello stesso clan.

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