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Seminara, l’incubo della vittima di stupro ricostruito dalla Procura

Dalla violenza alle minacce per ritrattare. I pm analizzano anche «il contesto territoriale e ambientale di riferimento»

Quelle intercettazioni riportate nelle carte dell’inchiesta “Masnada” fanno venire i brividi. Giovani che commentano gli abusi contro una ragazza minorenne, le richieste sessuali, gli atti consumati dentro l’abitacolo di un’automobile (contro la volontà della ragazza) captati dalle microspie piazzate dalle forze di polizia. Uno scenario intriso di violenza, uno spaccato terrificante, quello emerso nell’inchiesta della Procura di Palmi sui presunti stupri che sarebbero avvenuti a Seminara. Violenze ripetute nel tempo che hanno portato all’arresto di quattro giovani, mentre altre 16 persone (tra di loro anche dei minori) risultano indagate a piede libero. Se questo già non fosse stato abbastanza, la Procura avrebbe trovato le prove che la sorella e il fratello della vittima, in combutta con i rispettivi fidanzati, avrebbero tentato di fare ritrattare la giovane; come se tutto quello che aveva dovuto subire non avesse nessun peso e coloro che l’hanno commesso dovessero farla franca.

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