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Quando la burocrazia a Reggio rende impossibile curarsi

La salute “negata” dall’assenza di un piano terapeutico

Non si può curare perché è rimasto senza piano terapeutico e, allo stato, nessuno lo può compilare. Colpa di una legge regionale che vieta agli specialisti ambulatoriali territoriali di poterlo fare. Per questo, da quando è iniziata questa negazione, la vita dei pazienti si è complicata. Secondo le nuove indicazioni, infatti, per ottenerlo, bisogna recarsi presso gli specialisti dell’ospedale come se quelli degli ambulatori, finora abilitati, di punto in bianco non fossero capaci.
La storia di nonno Francesco, che ha novant’anni, è complicata perché è ricoverato in una casa di riposo e per legge i medici dell’ospedale non possono spostarsi per visitarlo. Andrebbe trasportato con un’ambulanza privata e solo per sentirsi dire che la malattia persiste e necessita dei farmaci. Così gli verrebbe consegnato il piano terapeutico e potrebbe fare ritorno “felice e contento”. Ma il nonnino, purtroppo, non è trasportabile.
Prima era semplice: andavano gli specialisti del servizio territoriale dopo una prenotazione a breve distanza. Adesso non è più così in tutta la Calabria a causa del divieto imposto agli specialisti degli ambulatori territoriali di operare in tal senso.

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