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Reggio, piani terapeutici: è ancora caos. Pazienti ostaggio della burocrazia

Nel rimpallo di responsabilità tra Asp e Regione i cittadini aspettano. Nonostante la scadenza della seconda proroga restano ancora da sciogliere tutti i nodi legati al Dca sul ruolo degli specialisti

La sede dell'Asp di Reggio Calabria

Nessuna soluzione per i pazienti, ormai da mesi, stretti nella fredda morsa della sanità calabrese a causa dell’impossibilità di poter ottenere, in tempi umani, il piano terapeutico. Scaduta la seconda proroga qualche giorno fa, ad oggi, impera solo il silenzio o lo scaricabarile delle responsabilità dove “qualcuno” dice che “qualcun’altro” dovrebbe fare ciò che ai pazienti interessa poco: firmare fogli di carta ed inoltrarli al giusto destinatario.
L’Asp attende dalla Regione, la Regione attende le liste dall’Asp. La Regione aspetta richieste firmate da un direttore mentre poi sono state firmate da un altro. Questo mentre tutto grava sulle spalle di chi avrebbe altro a cui pensare. Certo le carte devono essere a posto ma a quanto pare, non sono bastati due mesi per farlo.
I piani terapeutici vanno compilati non solo per i farmaci biologici ma per tanti altri come quelli utilizzati per il trattamento della dermatite atopica, artrite, orticaria cronica, morbo di Parkinson, angina pectoris, sindrome da ipoalbuminemia, sindrome anemiche, patologie endocrinologiche, cheratosi actiniche e molte altre. Fiumi di persone con particolari patologie messe alla porta mentre negli ambulatori specialistici territoriali si registra il vuoto. Secondo il DCA (decreto del commissario ad acta) n. 36, infatti, gli specialisti territoriali, non possono trattare questi soggetti. Come se di punto in bianco fossero diventati incapaci.

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