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Gioia Tauro, è un percorso a ostacoli il nuovo villaggio per i migranti

La riqualificazione dell’ex Opera Sila si sta presentando più complessa del previsto. La scoperta di un silos pieno di liquidi da svuotare frena la bonifica bellica. Ma la Regione non molla: il progetto è un perno del piano d’accoglienza

È un percorso a ostacoli quello verso la realizzazione di un centro di accoglienza dei migranti unico nella Piana di Gioia Tauro nell’ex Opera Sila a Gioia Tauro. Il progetto della Regione deve superare una serie di ostacoli non previsti, da ultimo quello di natura ambientale del sito.

Si era nella fase della bonifica bellica di tutta l’area ma è venuto fuori un problema adesso da risolvere e che la Cittadella vuole quanto prima sistemare. Nell’area di pertinenza dell’opificio di che trattasi insiste un serbatoio metallico (silos), fuori terra, di altezza pari a circa 12 metri per un volume di circa 1000 mc, flangiato sia in testa che allo scarico di fondo, contenente liquido non identificato e per questo è stata bloccata la prosecuzione dell’attività di bonifica bellica sistematica già avviata ed attualmente sospesa per motivi di sicurezza. Contestualmente è stato deciso di procedere allo svuotamento in sicurezza del serbatoio per consentirne, successivamente, la sua demolizione, non prima però di aver effettuato il campionamento e le analisi necessarie per identificare il tipo e la quantità di rifiuto liquido stoccato al suo interno. Passerà quindi altro tempo prima di arrivare alla conclusione della procedura.

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