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'Ndrangheta a Reggio, operazione Gallicò: le assunzioni le decidevano i clan

Un’estorsione in grande stile, «emblematica» la definiscono i magistrati della Dda di Reggio Calabria nell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip distrettuale, che ha dato il via all’operazione “Gallicò”. Sotto estorsione, secondo gli inquirenti sarebbe finito «il supermercato Lidl di Gallico, al quale fin dalla sua apertura... erano state imposte dalla cosca plurime assunzioni di lavoratori legati ai vari esponenti di ‘ndrangheta». In questa vicenda si inquadrano alcuni fatti contestati dalla procura antimafia a Antonino Crupi.


La disamina dei magistrati, però, parte dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Mario Chindemi che «individuava in Domenico Marcianò, detto “Micu briscola”, l’esponente apicale della cosca che, facendo sfoggio del proprio potere criminale, aveva fatto assumere nella società Lidl Italia srl persone legate alla cosca». Le dichiarazioni del pentito sono state verificate dagli investigatori appurando che «vari lavoratori... erano legati ai seguenti esponenti della cosca di Gallico: Domenico Chirico, Domenico Marcianò, Sebastiano Callea, Antonino Crupi, Mariano Corso». Sorelle, mogli, fratelli e figli dei membri del clan erano stati tutti assunti al Lidl. In una delle tante intercettazioni finite nell’ordinanza, uno degli indagati parlando di Domenico Chirico affermava che questi aveva fatto assumere tante persone: «A camionate... tutti Lidl ai tempi belli... metti quanto vuoi... a camionate una volta».

Per dimostrare il controllo ferreo della cosca sul supermercato Lidl di Gallico, gli inquirenti citano e sviluppano il caso della «promozione sul luogo di lavoro di M. G. C., moglie di Antonino Crupi... Nel maggio 2018 Antonino Crupi, per come da lui riferito alla moglie - si legge nelle carte dell’inchiesta - si interfacciava con A. V., capo area di Lidl Italia, incaricato della gestione dei tre supermercati di Reggio Calabria e Melito Porto Salvo, sponsorizzando la progressione in carriera della moglie. Crupi, evidentemente seccato per l’insoddisfazione lavorativa della congiunta, chiariva di non voler essere preso in giro da V. : “Gli ho detto: dimmi una cosa, com’è questa storia? Tu pensi che vuoi prendere per il culo a mia moglie”». Le sfuriate intercettate dagli investigatori tramite la cimice nel telefono di Crupi, fanno capire che il capo area di Lidl avrebbe rassicurato l’uomo sull’imminente promozione della moglie: «Entro cinque giorni, io mi devo vedere con i dirigenti! Te la risolvo io la cosa, stai tranquillo”».

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