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Messina-Reggio Calabria: le potenzialità delle due “twin cities” e i grandi vantaggi della conurbazione

Due debolezze che si uniscono? No, due potenzialità enormi che, facendo sistema, diventano una delle aree più importanti della regione euro-mediterranea. «L’integrazione di Reggio Calabria e Messina e il collegamento stabile è stato fino a ieri un tema erroneamente “trascurato”. La natura e la rilevanza dei potenziali benefici economici di un collegamento stabile sullo Stretto è una delle questioni dirimenti». Riprendiamo quanto scritto, in un mirabile saggio pubblicato dalla Fondazione Per (Progresso Europa Riforme), dal professore Dario Musolino, economista, docente all'Università Bocconi di Milano. «Quando si affronta il tema degli impatti economici del collegamento stabile – scrive Musolino – gli addetti ai lavori tendono generalmente a ragionare a scala regionale e nazionale, “trascurando” la scala locale. Ovvero, la scala urbana. Con ciò, si fa ovviamente riferimento alle due città che sorgono sulle sponde dello Stretto, Reggio Calabria e Messina, le cosiddette “twin cities” dello Stretto. Perché vengono “trascurate”? Difficile dare una risposta. Certo è che non stiamo parlando di due aree urbane dal peso irrilevante...».
L’emergenza demografica ha ridotto di molto la consistenza della popolazione tra le due sponde dello Stretto, ma, in ogni caso, Reggio Calabria conta circa 170mila abitanti, Messina poco meno di 220mila e includendo anche Villa San Giovanni, si supera la soglia dei 400mila abitanti. E, dunque, siamo in presenza della terza più grande area urbana del Mezzogiorno, dopo Napoli e Palermo. Popolazione che arriva a oltre 1 milione di residenti, contando anche le due aree metropolitane.

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