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'Ndrangheta a Reggio, blitz nel rione Pescatori: arrestato un 26enne. Denunciati cinque fiancheggiatori

Secondo le prime informazioni che trapelano dagli inquirenti un 26enne nomade della comunità di Ciccarello coinvolto nell'operazione della Procura antimafia di Reggio Calabria e della Guardia di Finanza che ha colpito un gruppo riconducibile alle 'ndrine dei rioni Modena-Ciccarello-PioXi e Marconi

Tentativo disperato di fuga, rincorsa, vetri in frantumi e manette ai polsi per un giovane gravato da misura cautelare in carcere dal mese di novembre del 2023: arresto molto più che movimentato a Reggio Calabria.

I militari della Guardia di finanza sono intervenuti al rione Pescatori, nelle antiche palazzine tra la via Loreto e il viale Galileo Galiei, e hanno costretto alla resa il giovane “latitante”, secondo le prime informazioni che trapelano dagli inquirenti un 26enne (Davide Berlingieri) nomade della comunità di Ciccarello coinvolto nell'operazione della Procura antimafia di Reggio Calabria e della Guardia di Finanza che ha colpito un gruppo riconducibile alle 'ndrine dei rioni Modena-Ciccarello-PioXi e Marconi. Il blitz è scattato all'ora di pranzo ed ha visto impiegati almeno una ventina tra uomini e donne della Guardia di Finanza. Militari in divisa e in borghese. Tutta l'area era era stata circondata ed è stata off limits anche per i residenti per almeno un'ora.

L’operazione odierna - si legge nel comunicato delle Fiamme gialle -  che ha visto il dispiegamento di militari appartenenti a tutti i reparti del Comando Provinciale Reggio Calabria, ha permesso di denunciare ulteriori 5 soggetti, fiancheggiatori del latitante, che ne hanno assicurato rifugio e sostentamento attraverso una fitta rete di vedette e guardaspalle della consorteria a supporto del fuggitivo.

Per la prima volta nel territorio della provincia di Reggio Calabria, è stato disvelato un nuovo e pericolosissimo volto della ‘ndrangheta che, pur di perseguire i propri lucrosi scopi, ampliare la potenza economica, rafforzare le fila militari ed estendere il proprio controllo sul territorio, è giunta finanche a stringere patti gravissimi con le comunità nomadi, certamente quelle più pericolose e spregiudicate. In tal senso, le indagini hanno consentito di appurare che l’organizzazione si avvaleva - specialmente per il compimento delle più efferate attività criminali, come reati in materia di armi, di droga e, alla bisogna, anche di condotte violente e sanguinarie - della locale comunità rom, non solo asservendola a sé, ma anche in forza di un ormai necessario “do ut des”. In questo modo, tali comunità di nomadi sono state non solo legittimate sul territorio, ma, fatto ancor più grave ed inedito, hanno conquistato uno spazio di autonomia e libertà delinquenziale di estrema pericolosità sociale mai goduto prima e che, senza la protezione di cosche storiche e potenti, altrimenti non avrebbero potuto avere. L'operazione testimonia ulteriormente la costante ed efficace azione posta in essere dalla Guardia di Finanza e dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nel contrasto alla criminalità organizzata ed ai fenomeni connotati da forte pericolosità sociale, quali il traffico di armi, di sostanze stupefacenti e all’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia, a salvaguardia delle libertà economiche e sociali a costante ed efficace azione della Guardia di Finanza e dell’Autorità Giudiziaria, nel contrasto al riciclaggio di denaro derivante dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

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