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Pianeta sanità, recriminazioni e polemiche nella Locride

Le riflessioni emerse dall’incontro di sabato scorso a Siderno, nel segno della sostanziale “resa” del servizio pubblico sul territorio. Le rivelazioni di “Presa diretta” sul Cup, e “LocRinasce” difende i medici di Cardiologia

Dopo la legge 833/78 che ha istituito il Sistema sanitario nazionale, dal d. lgs 502/92 sull’aziendalizzazione della sanità al d.lgs 254/2000 sull’attività intramoenia, si è progressivamente sviluppata una tendenza (che molti ritengono irreversibile) di spoliazione della sanità pubblica a favore di quella privata. È stato uno dei temi ricorrenti del dibattito organizzato dal Movimento per la Rinascita Comunista di sabato scorso a Siderno, che ha anticipato molti dei contenuti del seguitissimo programma Rai “Presa Diretta” andato in onda lunedì sera e nel quale è stato compiuto anche un focus sulle strutture sanitarie locridee con interventi, tra gli altri, del primario del reparto di Cardiologia degli ospedali di Locri e Polistena Enzo Amodeo, e dei portavoce dei comitati “DifendiAmo l’ospedale di Locri”, Bruna Filippone, e “Pro Casa della Salute di Siderno” Sasà Albanese. Lo stesso programma di Iacona ha dedicato ampio spazio a un esempio virtuoso di sanità pubblica rappresentato dall’ospedale “Bufalini” di Cesena.
Insomma, rivendicare una sanità pubblica gratuita, pubblica e qualificata, come ha detto sabato scorso il dirigente comunista Nicola Limoncino, seguito dal suo compagno di partito Totò Sgambelluri che ha aggiunto che «chi vuole fare sanità privata deve farlo con proprie risorse e non con soldi pubblici», non può essere un’utopia propugnata da un movimento di sinistra radicale, ma dev’essere un’aspirazione condivisa da tutti, specie dopo l’emergenza Covid che ha messo in luce le debolezze di un sistema sanitario accentrato sugli ospedali.
Proprio la necessità di un rilancio della medicina territoriale, integrata con le strutture ospedaliere, è stata al centro di numerosi interventi al convegno sidernese, da quello della sindaca Mariateresa Fragomeni a quello del sindacalista della Cisl-Fp Pino Rubino, fino al quello dell’ex sindaco Sandro Figliomeni, mentre il presidente nazionale dell’Mrc Michelangelo Tripodi ha ricordato che «in Italia mancano 4.000 medici di famiglia e il numero chiuso nelle facoltà di medicina è un capestro che va eliminato».

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