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Quei cunicoli sotto il cuore di Gerace: il mistero della cappella bizantina

Nei giorni scorsi il gruppo speleologico dell’associazione Mediterraneo & Ambiente è andato alla scoperta degli insediamenti rupestri della città di Gerace, individuando un possibile luogo di culto bizantino, utilizzato anche come riparo nei periodi delle guerre. Un esempio degli insediamenti rupestri è la sconosciuta – o quasi – chiesetta di S. Maria di Nives che è stata oggetto delle esplorazioni del gruppo speleologico dell’associazione con sede a Marina di Gioiosa Ionica. L’idea di tale indagine è scaturita da un incontro fortuito tra lo storico Vincenzo Cataldo e lo speleologo Natale Amato. Animati da uno straordinario entusiasmo, entrambi da subito hanno cercato d’individuare il sito che, tra i lontani ricordi del professor Cataldo (all’età di circa dodici anni era entrato in un cunicolo che portava a un presunto altare ricavato nella roccia), sarebbe dovuto ricadere sotto il piano di calpestio delle attuali “Bombarde”.
A suffragare ulteriormente tale ipotesi vi era anche quanto riportato su “Storia di Locri e Gerace” di P. Scaglione, in cui la chiesetta veniva situata, aderente alla rupe, sotto il giardino del Monastero di S. Anna. Il team verificava pertanto che tali indicazioni corrispondessero alla realtà e, avvalendosi di un potente telescopio, individuava dalla pineta Cinque Martiri di Largo Piana un’apertura collocata nel muro di consolidamento del terzo arco delle Bombarde, da cui spiccava un grosso tronco di fico.

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