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Rigassificatore di Gioia Tauro: "Non c'è piastra del freddo"

L’inviato di “Presa Diretta” anticipa alla “Gazzetta” quanto ha scoperto sull’impianto di Iren-Sorgenia. Il servizio andrà in onda nella puntata di lunedì 8 aprile a partire dalle 21.20 su Rai3

Nei progetti preliminari del consorzio Iren-Sorgenia relativi al rigassificatore di Gioia Tauro non esisterebbe alcun riferimento esplicito alla tanto declamata “piastra del freddo”, opera accessoria che consentirebbe di recuperare il freddo sprigionato dal processo di rigassificazione per realizzare sostanzialmente una grande cella frigorifera dove conservare i prodotti agroalimentari senza spendere un euro di elettricità, dunque, potenzialmente una risorsa per il territorio. A sostenerlo, dopo un’articolata analisi, Marcello Brecciaroli, reporter di “Presa Diretta”, il programma d’inchiesta Rai condotto da Riccardo Iacona, in questi giorni a Gioia Tauro per fare il punto sull’impianto cercando di inquadrarlo nel contesto più ampio della strategia del governo chiamata “Italia hub del gas”, che mira a fare dell’Italia la porta d’ingresso per il gas in Europa. È una delle anticipazioni del servizio che andrà in onda nella puntata di lunedì 8 aprile, a partire dalle 21.20, su Rai3, rese dallo stesso Brecciaroli alla Gazzetta del Sud. “In un territorio già martoriato come quello della Piana - evidenzia l’inviato - è ovvio che per far accettare un’altra opera industriale pesante siano state promesse delle opere accessorie come la piastra del freddo ma, in realtà, siamo riusciti a scoprire che non c’è alcuna indicazione di chi la farà, si dice solo che lorometteranno il freddo a disposizione di chi eventualmente volesse utilizzarlo realizzando una piastra ma non si fanno carico di costruirla, non c’è cenno su chi possa farla, su chi ci mette i soldi; ciò fa dubitare che possa essere solo una promessa, mai poi promessa di chi? Non si sa bene neanche chi la fa: è una distorsione che aleggia nell’aria da decenni e questo preoccupa tantissimo il territorio perché ovviamente si ha la paura che poi rimanga lettera morta”.

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