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Sanità a Reggio, finisce in Procura lo scontro Lamberti-Di Furia

Il noto imprenditore ha presentato un corposo esposto ai magistrati inquirenti. «La mia è una battaglia che faccio essenzialmente per i malati perché non è giusto che essi debbano pagare per curarsi»

La Procura di Reggio

Alla fine, saranno i magistrati a dover decidere se ha ragione Lamberti Castronuovo che chiede all’Asp maggiori risorse per tutelare meglio la salute dei reggini o se ha ragione la linea dura e rigorosa utilizzata dall’Asp. Ieri, infatti – tanto tuonò che piovve –, il noto imprenditore si è presentato presso il Comando della Polizia Metropolitana con un corposo esposto-denuncia da inoltrare alla Procura della Repubblica, corredato di documenti, sentenze, ordinanze e diposizioni dell’Autorità, per dimostrare che le sue richieste sono fondate su una solida giurisprudenza e accusa i vertici dell’Asp 5 di abuso d’ufficio e altri reati.

«Abbiamo adottato tutti i mezzi di cui la democrazia ci fa disporre per convincere la responsabile dell’Asp 5 di Reggio e i suoi collaboratori, quali ad esempio, la direttrice amministrativa, che le strutture come la nostra (l’Istituto Clinico Prof. R. De Blasi e la CED srl, ndr.), sono di grande aiuto alla sanità pubblica, oltre che meno costose. Abbiamo chiesto a gran voce – ha spiegato Eduardo Lamberti Castronuovo – che si rispondesse a dieci semplici domande. Abbiamo gridato, col cuore in mano da medici a medici, che i pazienti oncologici, già provati da un destino non certo benevolo, fossero esentati dal dover pagare le prestazioni. Abbiamo spiegato, e la Legge con noi, che il budget assegnato alle strutture accreditare, che sono pubbliche a tutti gli effetti, non è sufficiente, né in linea col fabbisogno dei cittadini. Abbiamo dovuto adire i Tribunali amministrativi che ci hanno dato ragione, assegnandoci risorse maggiori, peraltro distratte dall’amministrazione, per come ha sentenziato il Consiglio di Stato e anche il Commissario ad acta, designato dal competente Ministero della Salute.

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