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Gioia Tauro, la proposta di Alessio per il dopo-Port Agency

Il primo cittadino non ha perso le speranze. «Mct e Automar hanno imposto clausole capestro»

Terminata lo scorso 27 aprile la funzione della Port Agency, con 63 lavoratori che, ad oggi, sono praticamente fuori dal lavoro portuale, i ritardi della politica sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. Nessun emendamento da parte dei parlamentari del territorio è stato presentato, a suo tempo, al decreto mille proroghe di fine anno per salvare questi lavoratori dal licenziamento attraverso una proroga della Port Agency fino al 31 dicembre 2024 e nell’attesa di una definitiva soluzione strutturale della vertenza in atto.
Nonostante tutto, secondo il sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio, c’è ancora un filo di speranza di ribaltare il tavolo della trattativa e trovare la giusta soluzione al problema: «Il presidente dell’Adsp – evidenzia Alessio – sta facendo di tutto per salvare questi lavoratori dal licenziamento. Il prossimo appuntamento è l’incontro al Ministero del 6 maggio. I terminalisti Mct e Automar hanno formalmente sottoscritto l’accordo predisposto dal presidente Agostinelli per la creazione dell’impresa di lavoro temporaneo con l’art. 17 della legge sulla portualità n. 84/94, ma le clausole che hanno voluto inserire sono clausole capestro e cioè che tutte le perdite di fine anno della nuova impresa dovranno essere a carico dello Stato. Viva l’impresa privata, verrebbe da dire: se gli utili rimangono tutti, giustamente, all’impresa privata mentre le perdite le regaliamo allo Stato, e quindi a noi tutti contribuenti, abbiamo di fatto azzerato il rischio d’impresa».

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