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Operazione “Sbarre” a Reggio, tra i reati c'è un sequestro di persona: il processo passa in Assise d’Appello

E' stata accolta l’eccezione presentata dalla Procura generale. Il reato sarebbe stato commesso ai danni di due giovanissimi pusher “puniti” per il furto di poche dosi di droga

Accolta l'eccezione della Procura generale. Il processo “Sbarre”, l'indagine della Procura antimafia e degli investigatori dell'Arma dei Carabinieri che di fatto ha smantellato due gang della droga che operavano a Reggio sud, tra i ruderi delle palazzine diroccate degli ex rioni Guarna e Caridi e sul viale Calabria, passa in Corte d'Assise d'Appello. Pausa forzata e ripartenza quindi per il processo alla rete di spacciatori che aveva messo le mani sugli affari degli stupefacenti nell'area di Sbarre. Tra i reati contestati a quattro imputati – tutti già pesantemente condannati in primo grado dal Gup – c'è anche la vicenda del sequestro di persona ai danni di due giovanissimi spacciatori, tutti e due minorenni ma in organico alla pattuglia dei pusher, che si sarebbero resi autori del furto di una manciata di dosi. Uno sgarro sanzionato dai capiclan con una tremenda punzione: sequestrati e torchiati con metodi violenti fino a quando non hanno avuto indietro ciò gli avevano rubato.

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