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'Ndrangheta a Reggio, le minacce della cosca Araniti al presidente della Coldiretti per votare Giuseppe Neri

La ricostruzione dello scambio politico-mafioso con le minacce dei sodali della cosca per indurre alcune persone a votare Neri piuttosto che il concorrente Domenico Creazzo

Nell’indagine della Procura distrettuale antimafia contro la cosca Araniti, con l’ipotesi di voto di scambio politico-mafioso, oltre il consigliere comunale del Pd Giuseppe Francesco Sera, è anche indagato il capogruppo al Consiglio regionale della Calabria di FdI, Giuseppe Neri, 52 anni.

Neri, candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria del 2020 e del 2021, «accettava la promessa di procurare voti in suo favore da parte di soggetti appartenenti all’associazione mafiosa denominata ndrangheta e, più precisamente, alla sua articolazione territoriale denominata cosca Araniti, operante prevalentemente all’interno del territorio urbano di Reggio Calabria e, in particolare, a Sambatello, e comunque da parte di soggetti che ne rappresentavano la volontà poichè autorizzati dal capocosca Domenico Araniti "il Duca"(arrestato oggi), anche utilizzando le modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416-bis c.p., minacciando coloro che facevano campagna elettorale in favore di altri candidati come, ad esempio, in occasione delle minacce rivolte da Daniel Barillà e Ignazio Borruto, a Stefano Bivone (Presidente provinciale della Coldiretti di Reggio Calabria), nonchè di altra persona titolare di una scuola guida reggina, per indurli a non votare il candidato concorrente Domenico Creazzo ed orientare il loro consenso elettorale verso il candidato Giuseppe Neri».

Secondo gli inquirenti, «ed ai fini predetti, lo stesso Neri si accordava con Daniel Barillà, dedito all’infiltrazione del settore politico-istituzionale, che operava su mandato e con la supervisione del capocosca Domenico Araniti "il Duca", e con il supporto dei sodali Paolo Pietro Catalano e Ignazio Borruto, nonchè di Sergio Rugolino, mediante i quali veniva attuata la promessa di raccogliere voti». Gli investigatori, citano a supporto dell’ipotesi accusatoria il conferimento (con Delibera n. 12 del 12.11.2020 della «Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell 'Area dello stretto-Ufficio di Presidenza», a firma di NERI Giuseppe) dell’incarico di professionista esterno per la redazione di un progetto di Piano per lo sviluppo infrastrutturale e della mobilità nell’Area dello Stretto in favore di Daniel Barillà, e la promessa fatta a Paolo Pietro Catalano di garantire opportunità lavorative per l’avvocato Alessandro Serraino. Inoltre, la promessa di ottenere un posto di lavoro presso l’ATAM di Reggio Calabria, a favore di Santo Delfino, che aveva partecipato al concorso pubblico per 30 nuovi assunti, indetto del 2020 dall’Azienda Trasporti per l’Area Metropolitana di Reggio Calabria, per l’assunzione di «operatori d’esercizio» CCNL Autoferrotranvieri, le cui prove si erano concluse il 20.02.2020, «fatto aggravato, poichè il candidato Giuseppe Neri, in esito alle condotte sopra citate - concludono gli inquirenti, risultava eletto nelle consultazioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria del 2020 e del 2021».

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