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Naufragio nel mar Jonio, recuperati altri 9 corpi a Roccella: adesso i cadaveri sono 17, tra loro 8 bambini

La nave Dattilo della Guardia costiera ha recuperato oggi nel mare Jonio, ad un centinaio di miglia dalle coste calabresi, altri 9 corpi, vittime del naufragio di una barca a vela partita dalla Turchia. Altri 8 corpi erano stati recuperati nei giorni scorsi. Gli 11 superstiti, portati a Roccella Ionica, avevano parlato di una sessantina di dispersi. I cadaveri adesso sono 17.

Ci sono otto bambini, quattro maschi e quattro femmine, tra i corpi recuperati. Oltre agli otto minori ci sono 2 uomini e 4 donne che si trovano adesso sulla motovedetta CP 305 che si sta dirigendo verso il porto di Roccella Jonica per procedere allo sbarco. L’arrivo è previsto per le 22:00 circa.

Dall’inizio delle operazioni, riferisce la Prefettura, sono stati recuperati 20 corpi (6 uomini, 6 donne, 8 minori). Gli 11 superstiti portati a Roccella Ionica, avevano parlato di una sessantina di dispersi.

Qualcuno dei naufraghi ha riferito di imbarcazioni passate senza fermarsi vicino al veliero in difficoltà. Si vedrà quello che emergerà dopo che i migranti, in gran parte ricoverati in ospedale, saranno ascoltati dagli investigatori del commissariato di Siderno e dalla squadra mobile di Reggio Calabria, che stanno cercando di capire quello che è successo.

Ad assistere le persone sbarcate ci sono anche team di Medici senza frontiere e di Emergency. «Le persone sopravvissute - racconta Cecilia Momi di Msf - sono ancora molto confuse. Tutte loro sono ospedalizzate in diverse strutture del territorio e non si rendono ancora conto chi dei loro familiari è vivo e chi invece è morto in mare. Interi nuclei familiari sono andati distrutti. C'è chi ha perso la moglie, chi un figlio, un marito, un amico o un nipote. Sono tutti in uno stato di forte trauma psicologico e fisico. Molti di loro hanno forti ustioni da sole, segno che probabilmente hanno trascorso diversi giorni sotto il sole». E nei giorni scorsi si era fatto sentire il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva. «Cosa sta accadendo - chiede - al nostro mondo? Com'è possibile continuare ad assistere a queste tragedie del mare che si ripetono ogni giorno? Com'è possibile tollerare ancora questi viaggi della morte, dove a morire sono esseri umani che cercano di sfuggire a situazioni di fame, di guerre, di diritti negati e, spesso, a morire sono i bambini? C'è tanta rabbia e indignazione. Queste tragedie avvengono davanti ai nostri occhi. Eppure nulla si muove. È alla deriva la nostra umanità. Serve un sussulto di umanità».

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