Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

'Ndrangheta a Gioia Tauro: l'ascesa di Rocco Molè jr, tra fiumi di droga e... di soldi

I verbali del collaboratore di giustizia Domenico Ficarra svelano l’escalation del giovane boss del clan di Gioia Tauro. Secondo la Dda, la cosca si era alleata con i cartelli internazionali tornando nel business

Fiumi di droga e montagne di soldi. La vita di Rocco Molè junior, tornato a Gioia Tauro da maggiorenne per riprendere il controllo dei traffici abbandonati dalla famiglia dopo l’uccisione di Rocco Molè senior, era cambiata nel volgere di pochi mesi. Da giovane aspirante boss squattrinato si sarebbe affermato come broker della droga, che movimentava centinaia di chili di cocaina tra i porti di Gioia Tauro e Livorno. La svolta sarebbe arrivata grazie al fidanzamento con la figlia di Giuseppe Condello, considerato dalla Procura antimafia di Reggio Calabria un esponente di spicco del narcotraffico. Su questo punto ha riferito ai magistrati delle Dda di Reggio e Milano il collaboratore di giustizia Domenico Ficarra in uno dei verbali acquisiti nel processo “Cavalli di razza” in Lombardia.

«Rocco – spiega il pentito ai magistrati – prima aveva difficoltà economiche. Posso dire che la situazione economica di Rocco Molè è completamente cambiata dal settembre 2019, a seguito dei suoi rapporti con Giuseppe Condello. Rocco prima aveva difficoltà economiche ad un tratto, però, effettivamente aveva disponibilità milionarie collegate al narcotraffico. Rocco Molè di disse che era fidanzato con la figlia di Condello e che questa era una famiglia facoltosa in quanto era inserita nel settore del narcotraffico».
Molè, Condello, il fratello del collaboratore Simone Ficarra e tanti altri nomi comparsi nei verbali sono stati arrestati e condannati in primo grado nell’ambito del maxiprocesso nato dall’inchiesta “Nuova narcos europea”. Secondo la Dda, la cosca Molè era riuscita ad allearsi con i cartelli internazionali della droga tornando nei business che contano dopo anni di esilio. Non solo: nell’inchiesta era emerso come i narcos avessero trovato il modo per il recupero in mare dello stupefacente e per la commercializzazione dello stesso. Nel 2019, infatti, fu scoperta la presenza in Italia di quattro peruviani e un colombiano, assoldati ed ospitati a Gioia Tauro con funzione di chimici e tre esperti palombari fatti giungere nella Piana per il recupero dello stupefacente in alto mare, in modo da ridurre i rischi connessi all'arrivo dei carichi di droga nel porto.

E proprio in questo contesto devono essere inquadrate le dichiarazioni di Ficarra nel verbale del marzo 2022. Il collaboratore racconta la storia di come questi “esperti” sudamericani fossero giunti a Gioia Tauro. Tutto parte dagli investimenti che il giovane Rocco Molè avrebbe fatto per l’acquisto di diversi orologi di valore tramite Ficarra: «Mi contattava... per acquistare orologi lussuosi che compravo a Lugano. Posso dire di avere acquistato su richiesta di Rocco Molè… per 250 mila euro. Inoltre, su richiesta dello zio di Rocco, Ernesto Modafferi (condannato per “Vulcano” e “Gerry”, ndr) mi sono stati consegnati un totale di 500 mila euro in due tranches; di questi ultimi per 270 mila euro ho comprato come al solito orologi, mentre i restanti 230 mila euro me li sono giocati al casinò».

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia