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Carenza idrica a Reggio: "Un dissalatore per contrastare la siccità"

La proposta del delegato allo sviluppo del territorio metropolitano dell’Udc Peppe Pinto. Per il centrista l’impianto andrebbe costruito nell’area dell’ex Liquichimica a Montebello

«Non basta un po’ di pioggia per uscire dall’emergenza che attanaglia la città sia d’estate che d’inverno. Le riserve idriche impoverite dal cambiamento climatico dovrebbero sollecitare soluzioni strutturali e innovative». Lo ha dichiarato Peppe Pinto, delegato allo Sviluppo del territorio metropolitano dell’Udc.

«La nostra città - ha affermato - dopo la data storica del 28 ottobre 2018 con l’apertura del nuovo sistema idrico della diga sulla Menta, si era illusa che l’atavico problema sarebbe stato risolto in maniera definitiva. Un evento definito “epocale” dalla politica che doveva incidere in modo determinante nella vita quotidiana dei cittadini. Il cambiamento climatico ci ha fatto capire che nulla è dato per scontato, la carenza di pioggia e neve hanno messo in crisi il grande serbatoio di accumulo la diga. Alle rassicurazioni, ad ogni livello politico istituzionale, che la città e il suo hinterland potevano contare su una sufficiente riserva d’acqua, nulla è seguito per migliorare la distribuzione che doveva essere garantita da adeguate infrastrutture di accumulo per sfruttare altre fonti idriche aggiuntive a quella del Menta».
«Siamo una città - ha aggiunto Pinto - in perenne siccità e senza di infrastrutture di accumulo dell’acqua. Infrastrutture, finanziate con il Decreto Reggio, incompiute o complete e vandalizzate, come il serbatoio di Lupardini quasi ultimato ma mai entrato in funzione. La loro messa in funzione avrebbe consentito di gestire al meglio la carenza idrica con la distribuzione. Eppure, qualche anno fa, il Comune informava i cittadini che erano stati consegnati i lavori ed entro un paio di mesi sarebbero iniziati quelli per il completamento dei serbatoi di Lupardini, Gullina, Sant'Antonio di Archi e Vito per collegare gli stessi alla fornitura della diga del Menta».

«Dal 2006 - ha sottolineato Pinto - si sono succedute diverse amministrazione di ogni colore politico, ho sempre sollecitato con lettere e tramite gli organi d’informazione l’importanza di portare a completamento i serbatoi. In questo modo si sarebbe garantito autonomia idrica al quartiere di Vito senza utilizzare parte di acqua del Serbatoio di Pietrastorta che garantisce l’acqua alla parte bassa al quartiere di Vito Inferiore e la stessa andrebbe ad aumentare la portata d’acqua ai quartieri di Eremo e San Giovannello. Il quartiere avrebbe l’acqua del Menta e l’acqua del pozzo di via Lia rigenerato grazie alla Sorical».

«La città e le sue periferie - continua Pinto rivolgendosi al sindaco Falcomatà - hanno vissuto un'intera estate, anche negli anni passati, con un grave carenza idrica. La carenza di piogge e neve l’inverno e la primavera passata hanno messo in difficoltà la diga e la sorgiva del Tuccio, fonti approvvigionamento per la città e una parte dei comuni della zona Jonica».
«La Sorical da qualche mese è subentrata nella gestione e distribuzione dell’acqua, impegnata h24 e grazie alla presenza nei vari territori della città e dei comuni interessati del suo responsabile di area Francesco Berna, insieme ad uomini e mezzi, con il loro impegno coinvolgendo comitati, cittadini e sindaci hanno realizzato pozzi, effettuando turnazioni per garantire l’acqua nelle case dei nostri concittadini in tanti quartieri come è stato fatto per Vito Superiore e nei comuni della fascia jonica della provincia, quella Grecanica servita dalla diga».

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