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Reggio, il “giallo” degli avvelenamenti degli amici a quattro zampe a Pellaro

Impennata di casi sul territorio della periferia sud

Il veleno come strumento per vincere il randagismo? Una delle diverse ipotesi con cui cercare di capire cosa sta succedendo nella periferia sud del territorio. Ma tra mille interrogativi e ricostruzioni più o meno fantasiose, una cosa è certa: mai come in queste settimane si stanno registrando dei casi di avvelenamento di cani e gatti nel territorio pellarese. Dall'area collinare di San Giovanni fino alla zona di Bocale tanti amici a quattro zampe manifestano i sintomi di avvelenamento. I più fortunati se la cavano con delle cure veterinarie, ma molti rimangono vittime della follia di chi dissemina veleno. I primi casi si sono registrati a ridosso delle festività. E a lanciare l’allarme sui social sono stati i proprietari di gatti. Anche nella aree pubbliche si sono trovati i resti dei mici che si sono nutriti del cibo avvelenato.
Il fenomeno ha continuato ad allargarsi, assieme al perimetro dei “casi” sospetti. Chi ha un animale a quattro zampe nell’area sud vive momenti di apprensione. E i pericoli arrivano da più fronti. Era il mese di novembre, un branco seminava paura. Il fenomeno del randagismo era riesploso assumendo profili davvero pericolosi. Una decina di esemplari si spostavano nell’area collinare, salvo scendere nelle ore più disperate a sud nell’area abitata seminando terrore. A poco sono servite le denunce e le richieste di intervento.

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