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A Locri il processo a Marjan, presunta scafista: “Perché mi tenete rinchiusa?
Non ho fatto niente di male”

I legali: prove a discolpa pure nelle chat tra migranti

«Come avete visto dai documenti a vostra disposizione, da oltre un anno sono detenuta, prima in carcere e adesso agli arresti domiciliari, anche se non ho fatto nulla. Io sono sicura di non aver commesso alcun reato. Perché devo soffrire se non ho fatto niente?».
È quanto ha dichiarato Marjan Jamali ai giudici del Tribunale penale di Locri dove si trova imputata insieme a Babai Amir con l’accusa di aver avuto un ruolo attivo da scafista nell’arrivo in Italia di 102 migranti con lo sbarco avvenuto a Roccella Jonica il 23 ottobre 2023.
L’imputata, difesa dall’avv. Giancarlo Liberati, ha chiesto ai giudici di piazza Fortugno, (il collegio è composto da Rosario Sobbrio, presidente, e dai magistrati Mario Boccuto e Raffaele Lico), di revocare gli arresti domiciliari e toglierle il braccialetto elettronico. Sulla richiesta della 30enne di origine iraniana il pm Marzia Currao si è riservata di interloquire nel termine previsto di due giorni, con successiva ordinanza del collegio.

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