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Appalti, minacce e pressioni a Locri: «Non parlare, non dire niente»

Le intercettazioni dell’operazione “Dilemma” sfociata ieri in cinque misure cautelari ricostruiscono preoccupazioni ma anche reticenza nel riferire informazioni agli inquirenti

Un fermo immagine tratto da un video dei carabinieri di Palermo, 2 febbraio 2021: Capimafia e boss della Stidda sono coinvolti nell'inchiesta della Dda di Palermo che oggi ha portato a 23 fermi. L'indagine colpisce le famiglie mafiose agrigentine e trapanesi ed è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Gery Ferrara, Claudio Camilleri e Gianluca De Leo.ANSA/CARABINIERI EDITORIAL USE ONLY NO SALES

«Non parlare, non dire niente». È questo l’invito che i carabinieri di Locri hanno registrato nel corso di una conversazione intrattenuta tra un imprenditore e il proprio figlio, anche lui impresario nella medesima ditta di famiglia impegnata in lavori in appalti pubblici, entrambi tra i dieci indagati dell’operazione “Dilemma”.
La frase intercettata, secondo gli investigatori e per come del resto cristallizzato nell’ordinanza emessa dal gip distrettuale di Reggio Calabria, ha provocato la reazione del giovane, «il quale visibilmente contrariato e palesemente innervosito faceva segno di non commentare in sala».
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