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Gioia Tauro, “vapori” pestilenziali salgono dalla terra al calar del sole

Sembra la trama di un horror scadente, ma è quanto accade da settimane intorno alle rive del fiume Petrace. Proverrebbero da un compost “inquinato” e interrato, e ogni sera costringono i residenti a tapparsi in casa

Maxi sequestro da 228 chili di cocaina purissima al porto di Gioia Tauro, 35mln di euro sottratti alle casse della criminalità

La scena si ripete da settimane, quasi fosse un rito oscuro. A Gioia Tauro, nella zona sud, al confine con Palmi segnato dal mitologico fiume Metauros, oggi Petrace, quando cala la sera e il sole lascia spazio all’afa notturna, una coltre densa si alza nell’aria. Non è nebbia, non è umidità: è fumo. Un fumo acre, che sa di plastica bruciata, di gomma, di rifiuti. Un fumo che costringe famiglie intere a blindarsi in casa, a preferire il caldo soffocante alle finestre aperte. Pizzica la gola, arrossa gli occhi, lascia l’aria irrespirabile. Ma soprattutto, cosa più inquietante, arriva a orari quasi precisi, si diffonde con costanza, e non ha un volto. Si sente la puzza, si vede la coltre, ma non si vede il fuoco.
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