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Il Museo di Reggio inaugura "Philia", in mostra reperti restaurati grazie a enti e cittadini

Dalla famosissima “testa del filosofo” agli specchi in bronzo di Locri. Dal mosaico di tessere bianche e nere rinvenuto a Reggio nel 1881 al corredo funerario proveniente dalla necropoli preellenica di “Canale-Ianchina”. Sono solo alcuni dei progetti di restauro resi possibili dalla liberalità di cittadini e imprenditori particolarmente aperti alla collaborazione con le istituzioni culturali territoriali.

Si inaugura domani alle 17.30 “Philía. Restauri sostenuti dai privati con l'Art Bonus”, un allestimento di opere tornate a comunicare la loro bellezza grazie alla sinergia istauratasi tra la direzione del Museo Archeologico, imprese e associazioni.

A far da cornice all'esposizione di una quarantina di opere antiche e antichissime sulle quali i tecnici del Museo sono intervenuti, la scenografica Piazza Paolo Orsi, sempre più spazio di contaminazione artistica e vertiginoso laboratorio creativo che atrio di ingresso alle sale espositive.

L'attività di recupero e la conseguente mostra curata dal direttore Carmelo Malacrino sono state rese possibili dallo strumento finanziario dell'Art bonus istituito nel 2014 dal governo Renzi come credito di imposta pari al 65% dell'importo donato, a favore di chi «effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano».

Un'opportunità che sta trovando riscontro fra imprese e aziende a patto che il prestigio della controparte sia acclarato come nel caso del Museo archeologico di Reggio Calabria. È indubbio che l'attività promozionale e dinamica impressa dal suo direttore ha consentito allo scrigno di piazza De Nava di diventare un amplificatore di “buone prassi” ben oltre i confini territoriali locali.

Da qui la richiesta dei suoi (pochi) spazi liberi per eventi e convivi dall'altra il sostegno alle iniziative di restauro proposte dal Maarc e in buona parte accolte dal tessuto imprenditoriale regionale. «Questo nuovo allestimento, che accoglierà tutti i visitatori al loro ingresso al MArRC, e che sarà visitabile fino al 22 marzo, assume un significato tutto particolare - ha commentato il direttore Malacrino - . Lo stesso titolo, che dal greco si può tradurre con “amicizia” nel senso più ampio del termine, evidenzia il significato dei rapporti fra le attività del Museo e le azioni di mecenatismo da parte di soggetti esterni particolarmente sensibili alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale».

Un'azione di mutuo vantaggio di cui i beneficiari ultimi in fondo sono i cittadini e i visitatori che grazie a tale collaborazione possono ammirare opere uniche. Opere che, dopo aver attraversato i secoli, sarebbero fatalmente destinate a restare chiuse negli armadi per la cronica mancanza di fondi che grava sul patrimonio artistico e culturale più ricco del mondo.

Adesso realtà imprenditoriali, associazioni ed enti diversi hanno invece creduto negli sforzi promozionali che la direzione del museo da qualche anno sta profondendo e hanno così deciso di dare un contributo più o meno grande ma sostenuto dalla sensibilità verso la cultura e la conservazione del patrimonio artistico.

Dal 2017 sono ben 21 i progetti in cantiere e di questi 14 già interamente finanziati. Oltre a quelli già citati si segnalano anche le testine votive di Medma (Rosarno), la statua marmorea di Ercole e piccoli frammenti provenienti da un sarcofago.

I benemeriti mecenati calabresi che hanno contribuito a questa azione di valorizzazione civica e culturale sono imprese provenienti da tutta la Calabria: l'Associazione Culturale “Giovanni Bovio” di Reggio Calabria, l'Azienda agricola Tenuta Morano di Cittanova, C.O.A.B. - Cooperativa ortofrutta di Corigliano Calabro, Confagricoltura Calabria, Confindustria Reggio Calabria - Giovani Imprenditori, Gelateria Cesare di Reggio Calabria e SITdA - Società Italiana della Tecnologia dell'Architettura.

Grazie al loro contributo queste piccole e fragili testimonianze della nostra storia si potranno perpetuare nel tempo ed essere osservate da future generazioni verso le quali chi vive oggi ha delle precise responsabilità di tutela e valorizzazione.

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