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Siani in scena a Catona: "La gente si è abituata a raccontare solo guai"

«Stasera avete realizzato un grande miracolo. Vi siete e ci siamo regalati un momento di felicità – che spero sia arrivata in pieno – e con la vostra presenza così massiccia e il vostro calore avete permesso alla macchina dello spettacolo di continuare e a tante persone di lavorare. Avete messo insieme questi due aspetti e vi ringrazio di cuore». Così un effervescente Alessandro Siani rende merito all’arena “Alberto Neri”, che calca la prima volta dopo il grande successo di novembre scordo al “Cilea”. «È il primo spettacolo dopo la chiusura dettata dal Covid-19. Non dimenticherò mai questa serata per la quale ringrazio la “Polis Cultura” e il suo straordinario presidente Lillo Chilà. Speriamo di ritrovarci presto, senza regole e senza Covid, con quella fisicità che è mancata; con quegli abbracci che suggellano magicamente il rapporto tra attore e spettatore, con le foto ricordo da portare nel cuore. E, soprattutto, con lo spirito magico di questa sera».

Dunque, il pubblico non si è fatto sfuggire l’occasione di recuperare (dopo che oltre mille spettatori erano rimasti fuori al “Cilea”), la Special Edition di “Felicità Tour” dell’artista napoletano, realizzando il sold out e vivendo un viaggio dentro l’ironia senza confini. Alla ricerca, in ogni angolo dell’arena, di quella felicità sulla quale non finiremo mai di interrogarci. «Il dubbio è sempre dove si trovi e cosa sia. È vero anche che ormai la gente è abituata a raccontar solo guai», dice Siani ricordando quando, giovinetto di belle speranze e con il problema di fare ridere, si esibì in un locale napoletano dal nome eloquente: “Anestesia totale”.

Si inizia con l’attualità che ha cambiato la vita e i comportamenti di un mondo intero, il Covid, con quelle modalità che variano da persona a persona, come indossare le mascherine. Ma è soprattutto il divario tra Nord e Sud a segnare «quell’altro modo di vedere la vita», dove le differenze più forti sono dettate dall’amore, ma anche da abitudini alimentari. «Ditemi come potremmo mai, noi, gente di mare, mangiare il sushi. Cosa c’entra con la nostra cultura?». Ma ciò che colpisce è la straordinaria capacità di inventare lì sul palco, dove ogni confine si abbatte, una interlocuzione speciale con il pubblico.

L’arena è grande e piena di vita e Siani, con la naturalezza dei grandi artisti che hanno bisogno di poche cose per esaltare l’arte, vi scova non solo i reggini doc, affezionati al Festival catonese, ma anche la signora di Torino, di Milano, la ragazza tedesca. «Il treno di ritorno vi aspetta», dice simpaticamente, in chiave Covid. Ma c’è anche la giovane coppia di Salerno, alla quale chiedere un saluto speciale per il presidente della Regione Campania De Luca. Tutto nello spirito di questo “Felicità Tour”: confrontarsi con il pubblico, perché lo spettatore è l’unico vero metronomo della vita di un artista. Sentire un applauso, una pausa, guardarsi negli occhi resta ancora l’unico deterrente contro l’incomunicabilità, oggi più che mai accentuata dalle realtà virtuale. Per convergere tutti insieme verso il vero obiettivo che conti, oggi più che mai, in tempi Covid: divertirsi insieme.

L’ultimo omaggio è allo spirito e alla cultura della sua terra. «Io vivo a Napoli e vado fiero di questa scelta e quando ne parlano male mi arrabbio. Una città che ha realizzato il giusto compromesso tra gioia e dolore. Il napoletano è colui che cerca di ironizzare su tutto, come ho fatto io, imparando dalla vita vissuta l’arte delle prime battute».

Si finisce alla grande, Alessandro Siani regala minuti in più di spettacolo ed il pubblico reggino ricambia, chiedendo un nuovo bis. Lo spirito contagioso che l’arena “Alberto Neri” ha vissuto con Massimo Ranieri è sempre lì e continua a rendere straordinaria questa trentacinquesima edizione di Catonatratro.

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