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Roccella Jazz Festival, Giovanni Tommaso dirige una formazione di stelle

Un’altra notevole performance di jazz di impronta italo-americana, dopo quella di cui sono stati acclamati protagonisti, la sera prima al Teatro romano di Marina di Gioiosa, il trombonista Giancarlo Schiaffini e il trio di Claudio Cojaniz, ha caratterizzato la programmazione del Roccella Jazz Festival, firmata dal direttore Vincenzo Staiano e organizzata dal Comune. A offrirla al folto pubblico affluito al Teatro al Castello è stato il proficuo incontro musicale tra il sassofonista Seamus Blake e il trio del batterista Elio Coppola che ha sancito l’inaugurazione della sezione “Rumori Mediterranei” del Roccella Jazz.

Da un lato Blake, londinese di origini ma cresciuto in Canada, premiato nel 2002 come migliore sassofonista con il prestigioso “Thelonius Monk Award” e oggi uno dei nomi di rilievo del jazz americano; dall’altro Coppola, napoletano che ha perfezionato i suoi studi negli States, che a 35 anni vanta collaborazioni artistiche di tutto rispetto con personaggi del calibro di Benny Golson, Joey De Francesco, David Kikosky ed Enrico Rava. Ben supportati nell’interazione da Daniele Sorrentino al basso ed Andrea Rea al piano hanno deliziato il pubblico, da parte sua riconoscente nell’esprimere con continui applausi il proprio gradimento, interpretando composizioni proprie e standard di Duke Ellington e del repertorio sud americano.

Cambio di registro nel secondo set con l’atteso ritorno (il quarto nella storia del festival) di un’icona mondiale delle percussioni: Famoudou Don Moye, per mezzo secolo uno dei “magnifici cinque” della leggendaria Art Ensemble of Chicago. Passano gli anni, ma il “vecchio” leone della batteria non ha perso un grammo della sua grinta espressiva e improvvisativa jazzistica alla guida del suo Odissey & Legacy Quintet.

A esaltarne la caratura i poderosi e poliedrici compagni di scena Dudu Kouatè, Simon Sieger, Darryl Hall e Abel Selacoel che hanno tirato fuori una miriade di suoni e virtuosismi dall’armamentario vario e singolare di strumenti presenti sul palco, tra cui anche delle grandi zucche gialle, abilmente usate da Kouatè.

Don Moye ha entusiasmato la platea offrendo un omaggio alla tradizione afro-americana e alle origini e alle influenze della diaspora africana su cui ha condotto accurate ricerche in Guinea, Mali, Senegal, Congo, Marocco e Cuba. Oltre a composizione proprie, il quintetto (in cui si sono apprezzati gli assoli di Sieger, duttile nell’alternarsi al piano, tastiere, trombone e tuba e la tecnica vocale, non solo strumentale del violoncellista Selaocoe) ha presentato anche rivisitazioni di brani di Lester Bowie, Joseph Jarman, Chico Freeman, Roscoe Mitchell, Dudu Kouaté, Christophe Leloil. Una performance semplicemente stupenda per la policromia di ritmi, suoni e voci.

Oggi alle 21.30 il programma prosegue celebrando le immagini del fotografo storico del festival Pino Ninfa con il progetto originale “Impressioni Mediterranee”, in cui le immagini tratte dal suo libro saranno commentate musicalmente da Francesco Cafiso e Mauro Schiavone. A seguire, il debutto di un progetto originale e un altro atteso ritorno: quello del compositore e contrabbassista Giovanni Tommaso, che dirigerà una formazione di “all - star” del jazz italiano, “Roccella XL - Extra Large Combo”, chiamata a festeggiare i 40 anni del Festival.

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